La rivolta nel Sahara costringe Tripoli a chiudere le frontiere meridionali
Le autorità libiche hanno ordinato di sigillare “temporaneamente” le frontiere con Ciad, Niger, Sudan e Algeria, lasciando aperte solo quelle con Egitto e Tunisia. La zona meridionale del Paese, dove si registrano da mesi rivolte delle tribù africane (soprattutto i Tabu) contro i soprusi degli arabi è stata chiusa al traffico civile e dichiarata zona militare sotto legge marziale. Lo riferisce l’agenzia Lana citando un decreto dell’Assemblea Nazionale, che ha disposto che le provincie di, “Ghadames, Ghat, Obari, Al-Shati, Sebha, Murzuq e Kufra debbono considerarsi zone militari chiuse e in cui vige lo stato di emergenza”. Un membro dell’Assemblea, dietro condizione di anonimato, ha spiegato che la chiusura delle frontiere resterà in vigore solo fino a quando saranno ripristinati controlli efficaci per bloccare il flusso di immigrati, in particolare dal Mali, e di droga. Le autorità di Tripoli definiscono le rivolte del sud per un rigurgito nostalgico di fedelissimi al regime di Muammar Gheddafi ma è più probabile che le tensioni siano di carattere etnico poiché le popolazioni africane che abitavano la Libia ben prima dell’arrivo degli arabi stanno subendo pesanti violenze e persecuzioni dai miliziani che hanno rovesciato e ucciso il Colonnello.
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Foto Cnn
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