ALAIN DE BENOIST A PORDENONE: DAL CONFLITTO FINANZIARIO A QUELLO MILITARE?

di Massimo Grizzo

Prosegue a Pordenone il XVII° corso di geopolitica organizzato da Historia. Dopo l’apertura dedicata al tema “Forze Armate, crisi economica e difesa europea”, con l’intervento del generale Roberto Bernardini, Comandante delle Forze Operative Terrestri dell’Esercito Italiano e di Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa, proseguono con successo di pubblico le lezioni del XVII° corso di geopolitica organizzato a Pordenone dall’associazione Historia. Ospite del terzo appuntamento Alain de Benoist, noto saggista francese e maitre à penser della nuova destra europea che ha presentato il suo ultimo libro “Sull’orlo del baratro. Il fallimento annunciato del sistema denaro” (Arianna Editrice, 2012). Per l’autore transalpino, la crisi finanziaria europea iniziata nel 2008 è ben lungi dal risolversi e alla fine i suoi effetti saranno più devastanti del crack del 1929. L’esplosione del debito pubblico in molti paesi industrializzati e l’impossibilità per questi, alle attuali condizioni, di rimborsare quanto già speso disegnano uno scenario preoccupante per il futuro. Il problema è cosa succederà quando Stati estremamente potenti dal punto di vista geopolitico, come gli USA ad esempio, si ritroveranno insolventi? Quanto ci vorrà prima che il conflitto si sposti dal piano finanziario a quello militare?  “A partire dagli anni Settanta – ha spiegato de Benoist, direttore anche delle riviste Elements e Krisis – la maggior parte dei paesi sviluppati è entrata in un regime di debito permanente dal quale nemmeno i periodi di forte crescita economica hanno consentito di uscire, a causa principalmente dell’incapacità dei governi di padroneggiare la spesa pubblica e di attuare efficaci riforme fiscali e strutturali. Ciò ha consentito a coloro che detengono il debito pubblico degli stati, ossia istituti bancari, compagnie di assicurazione, società di credito e fondi pensionistici che lo hanno acquistato sul mercato mondiale, di diventare di fatto controllori degli stati stessi imponendo loro, attraverso i meccanismi della finanza internazionale, misure di austerity per il rientro dal passivo. Negli ultimi anni si è scatenata una guerra finanziaria che vede gli speculatori contrapposti agli stati nazionali. Arbitri di questa contesa sono le agenzie di rating – le tre principali, Standard and Poor’s, Moody’s e Fitch dominano oltre il 90% del settore. Si tratta però di giudici tanto influenti quanto parziali, in quanto strettamente legati alle banche. Il potere che esercitano nei confronti degli stati è enorme poiché valutano la solvibilità dei loro prestiti. “Non ci sarà alcun aggiustamento spontaneo del sistema. Nessun paese – ha concluso de Benoist – ha oggi gli strumenti per arrestare la crescita del proprio debito né tanto meno per rimborsare quello già contratto. Malgrado tutte le manovre dilatorie, un’esplosione generalizzata appare inevitabile di qui a pochi anni.”

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