Nuovo allarme per i jihadisti europei in Siria

di Ugo Caltagirone  ANSA –

Una bomba a orologeria per l’Occidente: sempre piu’ giovani che partono dagli Usa, dall’Europa, dall’Australia per andare a combattere in Siria. E che poi tornano a casa, ponendo in molti casi una seria minaccia terroristica. E’ l’allarme lanciato dagli 007 delle due sponde dell’Atlantico, in pressing soprattutto sulle autorita’ europee, su Bruxelles, perche’ siano rafforzati i controlli alle frontiere. Sono circa 600 – secondo le stime dell’International Center for Study of Radicalization – i giovani occidentali di fede musulmana che dal 2011, zaino in spalla, sono partiti per il desiderio di dare una mano ai ribelli che combattono il regime di Bashar al Assad. Rappresentano il 10% dei circa 6.000 combattenti stranieri che in totale sono entrati in Siria, soprattutto dal Medio Oriente e dal Nord Africa. Molti di piu’ – sottolinea il New York Times – di quelli che si avventurarono in Iraq, Afghanistan, Somalia o Yemen, per contribuire alla causa dell’Islam, anche quello piu’ radicale. Difficile scomporre i numeri Paese per Paese. In base alle informazioni in mano ai servizi d’intelligence e all’antiterrorismo americani ed europei, dalla Francia sarebbero partiti in 140, dal Regno Unito in 100, dalla Spagna in 75, dalla Germania in 60, piu’ alcune decine dal Canada e dall’Australia, e una decina dagli Stati Uniti. Ma sono in Siria anche ragazzi partiti da Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Italia, Norvegia, Svezia e Paesi Bassi. I rappresentanti della comunita’ originaria del mondo arabo nel nostro Paese escludono che l’Italia sia un significativo ‘bacino di reclutamento’ per andare a combattere contro il regime di Damasco, ma parlano comunque di almeno 40-50 persone partite. Come Giuliano Ibrahim Delnevo, 24 anni, genovese convertito all’Islam, che combattendo in Siria ha trovato la morte poco piu’ di un mese fa. Quello che preoccupa gli 007 occidentali – raccontano fonti dei servizi al New York Times – e’ che dopo mesi e mesi di guerra civile in Siria molti di questi giovani cominciano a rientrare ponendo seri problemi di sicurezza: legati nella maggior parte dei casi alla loro radicalizzazione e al fatto che in mesi di guerriglia hanno acquisito specifiche competenze sia in fatto di armi ed esplosivi sia in fatto di disciplina militare. Il vero rischio e’ che alcuni di loro possano ormai essere affiliati gruppi estremistici, in primis al Qaida, e farsi coinvolgere in attentati in America o in Europa. ”La Siria in questo momento e’ il principale campo di battaglia per i jihadisti, e coloro che tornano fanno ormai parte del movimento jihadista globale”, spiega Matthew Olsen,, del National Counterterrorism Center. Ecco quindi il rischio di del proliferare di ‘lupi solitari’, di terroristi fai da te. Ma anche di piccole cellule in contatto con gruppi piu’ strutturati dell’estremismo islamico militante. Dagli Stati Uniti all’Olanda, ci sono molte indagini che lo confermano: la minaccia esiste davvero.

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