India: in mare lo scafo della Vikrant
Finora Nuova Delhi aveva dovuto rivolgersi all’estero per schierare portaerei e ostentare il suo ruolo di grande potenza navale. Prima la Hermes, veterana del conflitto delle Falkland che la Royal Navy britannica aveva venduto nel 1986 e ribattezzata Viraat, tuttora in servizio con a bordo i cacciabombardieri Sea Harrier. Poi la russa Admiral Gorshkov, acquistata usata nel 2004 per 1,4 miliardi di dollari e ribattezzata Vikramaditya ma mai entrata in servizio a causa di problemi tecnici mai risolti anche a causa dei conflitti sorti con i russi per i lavori di ammodernamento e manutenzione. Ora però, dopo molti ritardi, l’India è riuscita a mettere a punto una grande nave interamente di realizzazione nazionale anche se sviluppata con ampie partecipazioni internazionali inclusa quella dell’italiana Fincantieri che ha contributo a progettare l’apparato motore (turbine a gas LM-2500) e la linea della nave come dimostrano le somiglianze con la portaerei Cavour. Italiani saranno anche il radar Selex RAN-40L e i cannoni da 76/62 mm OTO-Melara.
Più che un varo quello presieduto il 12 agosto a Kochi dal ministro della Difesa indiano AK Antony è stata una cerimonia di presentazione dello scafo della portaerei battezzata Vikrant, lo stesso nome della prima portaerei indiana, ex britannica Centaur protagonista del conflitto con il Pakistan del 1971.
”Si tratta di una giornata di orgoglio per la nostra nazione che ha raggiunto l’autosufficienza in questo settore strategico ed è entrata nel ristretto club di Paesi che sanno progettare e costruire simili portaerei” ha detto Antony. Per ora è stato ultimato lo scafo ma quando sarà completa la portaerei avrà una stazza di 37.500 tonnellate, sarà lunga 260 metri e larga 60, avrà un’autonomia di 8 mila miglia e potrà imbarcare 30 aerei da combattimento, probabilmente i russi Mig-29K insieme agli elicotteri Kamov-31. La nave non sarà completata prima del 2016 (13 anni dopo il via ai lavori) ed entrerà in servizio presumibilmente nel 2018 con tre anni di ritardo sui tempi previsti dovuto anche alla difficoltà a integrare tecnologie diverse appartenenti a sistemi (elettronica, armi, propulsione, velivoli…) provenienti da Paesi diversi inclusi Russia, Italia e dalla stessa India che quest’anno è balzata in testa alla classifica degli importatori d’armi.
Costruita interamente nei cantieri Cochin Shipyard Limited la Vikrant avrà un equipaggio di 1.400 militari e consentirà alla Marina indiana (che già conta 96 mila uomini e 140 navi 52 delle quali da combattimento) di continuare la corsa al riarmo resa necessaria non tanto dalla rivalità con il Pakistan (la cui Marina è molto più piccola di quella di Nuova Delhi) ma soprattutto dalla competizione strategica regionale con la Cina che ha messo in servizio da un anno la sua prima portaerei e ha in cantiere la costruzione di un’altra dozzina di unità simili. Il programma navale indiano, che assorbe parti consistenti di un bilancio della Difesa da anni in costante crescita e che ha raggiunto quest’anno i 27,5 miliardi di euro (con un aumento dell’11 per cento annuo nell’ultimo decennio) prevede per il prossimo decennio l’ingresso in servizio di una portaerei più grande, la Vishal da 65 mila tonnellate e in grado di imbarcare oltre una cinquantina di velivoli nell’ambito di u8n piano che prevede nel 2022 una flotta di 162 navi delle quali 90 da combattimento. A inizio agosto il premier Manmohan Singh ha presentato anche lo Arihant, primo sottomarino nucleare lanciamissili balistici che verrà presto sottoposto ai test preliminari. Costato quasi tre miliardi di dollari il battello da 6 mila tonnellate sarà dotato di 12 missili K-15 Sagarika con testata nucleare e un raggio d’azione fino a 1.900 chilometri. Il riarmo cinese e indiano non lascia indifferenti gli altri Paesi dell’area compresa tra gli oceani Indiano e Pacifico, incluso il Giappone che il 6 agosto ha varato la portaelicotteri Izumo, prima di quattro unità tuttoponte da 24 mila tonnellate (le più grandi prodotte dai nipponici dopo la Seconda guerra mondiale) potenzialmente in grado di imbarcare anche la versione B del cacciabombardiere F-35.
Approfondimenti: la Marina Indiana
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