La Russia torna sull’Artico con una base militare
di Antonella Scott da Il Sole24Ore del 17 settembre 2013
Dopo 20 anni, la Russia torna sull’Artico con una presenza militare stabile. Lo ha detto il presidente Vladimir Putin, annunciando a un gruppo di ufficiali la riapertura di una base sovietica sulla maggiore delle Isole della Nuova Siberia, un arcipelago a nord della Yakutia. L’obiettivo è assicurare il controllo di una regione strategica, il corridoio settentrionale tra Asia ed Europa: posto al centro degli interessi di tutto il mondo dal ridimensionamento dei ghiacci che la stanno trasformando in via commerciale, oltre che scrigno di idrocarburi meno difficili da raggiungere. «Le nostre forze hanno lasciato l’area nel 1993 – ha detto Putin – ma nel frattempo questo è diventato un punto cruciale dell’Oceano Artico, un nuovo stadio nello sviluppo della Via marittima settentrionale». Dunque non si tratta solo di riaprire la base militare e la pista di atterraggio sull’isola Kotelnyj, ma anche di creare una stazione abitata da idrologi, climatologi, funzionari del ministero per le Emergenze, in modo da «garantire la sicurezza e l’efficienza» della rotta artica.
Lungo la quale, a poco a poco, il traffico si intensifica: ai primi di settembre è arrivato a Rotterdam il primo carico commerciale cinese ad averla percorsa, dopo 34 giorni di navigazione da Dalian, attraverso lo Stretto di Bering e poi lungo le coste russe settentrionali. Se nel 2012 sono state 46 le navi che hanno scelto la via dell’Artico in alternativa al Canale di Suez, quest’anno a fine stagione i russi ne avranno contate 400.L’annuncio di Putin è stato preceduto da una forza della Flotta settentrionale guidata dal re della Marina militare russa, l’incrociatore nucleare lanciamissili Pjotr Velikij (Pietro il Grande), giunta attorno alle Isole della Nuova Siberia per compiere imponenti esercitazioni navali. Più a nord, oltre le 200 miglia nautiche che delimitano le acque su cui la Russia ha diritti economici esclusivi, si apre la fascia artica che Mosca rivendica come propria, perché legata alla piattaforma continentale russa. Alla missione presso le Isole Novosibirsk ne seguiranno altre attorno alla Terra di Francesco Giuseppe e Nuova Terra. «Siamo arrivati o, più precisamente, siamo tornati lassù per sempre», ha chiarito il viceministro russo della Difesa, Arkadij Bakhin.
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