Le nuove "linee guida" di al-Qaeda

Il leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri ha diffuso per la prima volta le ”linee guida per il jihad”, chiedendo di limitare gli attacchi contro le sette musulmane e non musulmane e i conflitti in quei Paesi dove i jihadisti possono trovare una base fertile per diffondere i propri ideali. Il documento, pubblicato sul sito americano di intelligence Site, mostra quindi la strategia di al-Qaeda a 12 anni dagli attentati dell’11 settembre contro le Torri gemelle a New York e le sue ambizioni globali, dal Nord Africa al Caucaso fino al Kashmir. Se l’obiettivo militare della rete terroristica resta quello di indebolire gli Stati Uniti e Israele, Zawahiri sottolinea anche l’importanza della ”dawa”, o opera missionaria, per diffondere le idee del jihad. ”Per quanto riguarda gli attacchi all’America e ai suoi vicini, va fatta distinzione da posto a posto. Il principio base è di evitare di entrare in conflitto con loro, ad eccezione dei Paesi dove il confronto è inevitabile”, ha spiegato il successore di Osama bin Laden. Si tratta di una posizione particolarmente rilevante per il Nord Africa, dove secondo molti analisti al-Qaeda sta sfruttando il periodo seguente le primavere arabe per cercare nuovi seguaci, anche stringendo alleanze locali, ma evitando di attirare l’attenzione su di se’ con attentati. ”La nostra è una battaglia lunga e il jihad ha bisogno di basi solide”, ha detto il medico egiziano nelle sue ”linee guida per il jihad” postate su vari forum online.

Zawahiri ha ricordato i luoghi dove i conflitti sono stati inevitabili, includendo l’Afghanistan, l’Iraq, la Siria, lo Yemen e la Somalia. C’è’ poi l’intenzione di ”creare un luogo sicuro per i mujahideen in Pakistan, che può essere usato come trampolino di lancio per stabilire un sistema islamico”. Zawahiri ha quindi parlato della necessita’ di indebolire l’Algeria, che ha combattuto i militanti islamici in una guerra civile negli anni Novanta e di diffondere lo spirito del jihad nel Maghreb e nell’Africa occidentale. Il leader di al-Qaeda ha quindi sottolineato il diritto dei militanti di combattere i russi nel Caucaso, gli indiani nel Kashmir e i cinesi nello Xinjiang. Zawahiri ha poi chiesto ai suoi seguaci, in gran parte salafiti, di evitare attentati contro altre sette musulmane e, se attaccati, di limitare la loro risposta a coloro che sono coinvolti nel conflitto. Devono anche lasciar stare i cristiani, gli indù e i sikh che vivono in terre musulmane, rispettare donne e bambini ed evitare attacchi in moschee, mercati e luoghi di aggregazione dove ci possono essere musulmani.
In un messaggio audio diffuso mercoledi’, nel 12esimo anniversario dell’attacco alle Torri Gemelle, il leader di al Qaexda, Ayman al Zawahiri, ha esortato i “lupi solitari” a colpire gli Stati Uniti a casa loro. Secondo il medico egiziano bastano anche attacchi di piccola entità per scatenare il panico tra gli americani e danneggiare le loro economia.  Zawahiri porta ad esempio l’attentato alla maratona di Boston del 15 aprile scorso in cui due fratelli ceceni, uccisero 3 persone e ne ferirono 264, facendo ripiombare nel terrore gli usa con scarsissime risorse. Due pentole a pressione imbottite di esplosivi, chiodi e cuscinetti a sfera, che seminarono morte come la più e sofisticata costosa bomba a frammentazione. “Dobbiamo dissanguare economicamente l’America provocandola, in modo che continui a spendere massicciamente sulla sicurezza. Il punto debole dell’America è l’economia, che sta iniziando a barcollare sotto il peso delle spese militari e per la sicurezza”, ha chiarito Zawahiri, secondo il quale così facendo al Qaeda riuscirà a tenere, “gli Usa in uno stato continuo di tensione e di trepidazione, (ad arrovellarsi), su quando e dove colpiremo ancora”.

In sintesi Zawahiri sottolinea come, “senza che ci costi nulla…riusciremo ad stringere gli Usa (in un angolo fatto di) una guerra di nervi. Ora dobbiamo fare a casa loro come abbiamo fatto in Somalia, Yemen e Afghanistan”. Resta però il dubbio che Zawahiri cerchi di nascondere le difficoltà di al-Qaeda nel condurre attacchi su vasta scala sul territorio statunitense “arruolando” sotto la sua bandiera pazzi e cani sciolti responsabili di azioni violente o terroristiche ma che non dipendono dalla “rete” fondata da Osama bin Laden.  Zawahiri nel suo discorso ha parlato anche dei recenti avvenimenti in Egitto, accusando gli Stati Uniti di essere dietro il golpe contro i Fratelli musulmani. Critica anche Mohammed Morsi, il presidente deposto che proviene dalla Fratellanza, spiegando che non stava governando secondo la legge islamica e che si era impegnato a rispettare accordi di sicurezza con Stati Uniti e Israele.

(con fonti Adnkronos, AGI, Il Velino)

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