I contractors della sicurezza che operano nelle aree di guerra registrano la stessa incidenza di casi di PTSD (Post-traumatic stress disorder) e depressione del personale militare. Lo ha evidenziato una recente ricerca della Rand Corporation. Un quarto dei contractors coinvolti nello studio ha riscontrato sintomi di PTSD,  il 18 per cento sono risultati positivi allo screening per la depressione mentre circa la metà ha segnalato l’abuso di alcool. Dati simili a quelli riscontrati tra i militari veterani che hanno servito in Iraq e in Afghanistan tra i quali il 20 per cento ha segnalato sintomi di  PTSD, il 37 per cento di depressione e il 39 per cento di abuso di alcolici secondo un’analisi realizzata quest’anno dall’Istituto di Medicina statunitense. L’indagine della Rand sottolinea la necessità di assicurare assistenza post -service per i contractors civili ai quali manca il tipo di rete di sostegno fornito ai veterani. “I militari dispongono di programmi applicati prima, durante e dopo il dispiegamento per aiutare ad affrontare i problemi di salute mentale correlati all’impiego operativo” ha detto Carrie Farmer, responsabile della politica sanitaria della Rand, che ha però riconosciuto come  l’84 per cento dei contractors civili che hanno risposto al questionario siano ex militari che hanno quindi accesso alle prestazioni mediche riservate ai veterani. La ricerca della Rand è stata effettuata tra il 2011 e il  2013 contattando on line 660 operatori privati della sicurezza che hanno lavorato in zone di guerra.  Per dare un’idea delle dimensioni potenziali del prtoblema bastim pensare che nel 2008 circa 156.000 dipendenti del settore privato (non solo security contractors poiché la gran parte dei civili sono assegnati ai compiti più vari quasi tutti legati a logistica e servizi) lavoravano in Iraq a fianco di 152.000 militari mentre circa 94.000  erano dispiegati in Afghanistan con circa 92.000 soldati americani nel 2010.