Era a Guantanamo l'uomo implicato nell'attacco al consolato Usa a Bengasi
Ci sarebbe un ex detenuto di Guantanamo, Abu Sufian bin Qumu, dietro l’attentato al consolato degli Stati Uniti a Bengasi, in Libia, che l’11 settembre 2012 causo’ la morte dell’ambasciatore Christopher Stevens e di altri tre cittadini americani. Lo riferiscono, a condizione di restare anonime, fonti statunitensi al quotidiano Washington Post, spiegando che miliziani comandati da Abu Sufian bin Qumu, leader di Ansar al-Sharia nella città libica di Derna di cui è originario, hanno partecipato all’attentato. Secondo testimoni, gli uomini di Qumu erano a Bengasi prima dell’attentato Nel 2007 Qumu, oggi 57 anni, era stato trasferito dal carcere Usa di Guantanamo Bay in Libia. Qui il governo di Tripoli lo ha rilasciato nel 2008. In precedenza aveva trascorso 10 anni in un carcere libico prima di trasferirsi in Egitto e quindi in Afghanistan, dove era stato addestrato nei campi gestiti da Osama Bin Laden e aveva combattuto a fianco dei Talebani contro le truppe a guida Usa. Aveva anche lavorato per una compagnia del fondatore di al-Qaeda in Sudan. E’ stato arrestato a Peshawar in Pakistan e trasferito a Guantanamo. Lui e altri due leader della milizia, Ahmed Abu Khattala e Seif Allah bin Hassine, saranno identificati come ”terroristi globali”, una definizione che consente agli Usa di congelare i loro beni e di vietare a compagnie e cittadini americani di fare affari con loro. Il Dipartimento di Stato ha poi in programma di identificare come terroristici tre gruppi di Ansar al-Sharia a Derna, Bengasi e in Tunisia. In moltissimi casi uomini rilasciati dal carcere di Guantanamo hanno ripreso le armi contro gli Stati Uniti e molti di loro sono in seguito stati uccisi.
con fonte Adnkronos/Aki
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