Missione UE in Centrafrica

Via libera dell’unione Europea per la missione militare di Repubblica Centrafricana di una forza di stabilizzazione di mille militari sotto il comando del generale francese Philippe Pontie’s. Lo stato maggiore operativo sarà in Grecia, a Larissa, mentre lo stato maggiore della forza tattica e le truppe saranno a Bangui, in Repubblica Centrafricana. I costi dell’operazione sono stimati in quasi 26 milioni di euro per la fase preparatoria mentre il mandato sarà sino a sei mesi (rinnovabili) a partire da quando la forza avrà raggiunto la sua piena capacità operativa. Le truppe verranno dispiegate “rapidamente” per ottenere “effetti immediati nella zona di responsabilità dell’operazione”.  Il contributo dell’Italia alla missione internazionale nella Repubblica centrafricana “non sarà militare, ma di ingegneri, che daranno una mano in termini di cooperazione e sviluppo” ha detto il premier Matteo Renzi lasciando il vertice Ue-Africa a Bruxelles.  Il premier forse intendeva dire genieri. A parte alcuni ufficiali distaccati presso i comandi dell’operazione l’Italia ha assegnato alla missione Ue un plotone di genieri con mezzi tecnici. Nel Paese sono già schierati 8.000 soldati (2.000 francesi e 6.000 dell’Unione Africana) e da dicembre si contano già oltre 2.000 morti. Nel Paese è in corso da un anno, (marzo 2013) un conflitto su cui si è inserito come elemento di ulteriore dissidio la rivalità tra i cristiani (contadini e maggioranza nel Paese) e musulmani (pastori nomadi), che si scambiano reciproche accuse di atrocità.

Da una parte i ribelli Seleka, musulmani, che contribuirono in modo decisivo ad abbattere il governo del presidente Francois Bozize (cristiano). Seleka che si rifiutarono di deporre le armi quando a settembre scorso il loro leader Michel Djotodia (islamico), autoproclamatosi presidente del Centrafrica, ordinò la loro dissoluzione. Sul fronte opposto le milizie cristiane ‘anti-balaka’. Le due formazioni si combattono senza esclusioni di colpi usando spesso i civili delle rispettive fedi come oggetto di rappresaglie Da ultimo i Seleka, secondo i cristiani, sarebbero aiutati da truppe ciadiane. Sabato l’ultimo massacro: soldati di Ndjamena hanno aperto il fuoco indiscriminatamente sulla folla uccidendo almeno 24 persone e ferendone almeno 100 in circostanze ancora poco chiare. Il presidente ad interim Catherine Samba Panza ha annunciata oggi l’apertura di un’inchiesta. Parigi ha imputato parte della colpa anche alle milizie cristiane ‘anti-balaka’ Al momento secondo l’agenzia Onu per i rifugianti (Unhcr) su 4,6 milioni di abitanti nel Paese si contano 637.000 sfollati, inclusi 207.000 nella sola capitale Bangui, mentre 82.000 musulmani, sono scappati nei Paesi confinanti.

Foto: truppe francesi e africane in Repubblica Centrafricana  (EMA Ministero della Difesa francese)

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