La nave spia Elettra è entrata nel Mar Nero
La nave spia Elettra della Marina Militare Italiana è entrata domenica nel Mar Nero per la missione legata alla crisi ucraina già anticipata il 4 giugno da Analisi Difesa. Il ritorno di una nave dell’intelligence italiano nelle acque del Mar Nero, per la prima volta dalla fine della Guerra fredda, ha l’obiettivo di intercettare le comunicazioni e le emissioni elettroniche delle forze militari russe e dei separatisti ucraini sostenuti da Mosca. Un’operazione delicata sul piano politico perché l’Italia da un lato sostenere il dialogo con Mosca (di cui è il secondo partner economico mentre è il principale importatore europeo del gas russo che transita dai gasdotti ucraini) e dall’altro aderisce alla mobilitazione di mezzi militari della Nato in Europa Orientale. Il tentativo del governo Renzi di far passare sotto silenzio la missione dell’Elettra era fallito a inizio giugno quando l’agenzia di stampa russa RIA Novosti segnalò, citando una fonte militare-diplomatica, che la nave italiana con a bordo un equipaggio di un centinaio di persone tra marinai e personale dell’intelligence, sarebbe entrata nel Mar Nero il 15 giugno. Mosca considera la missione dell’Elettra l’espressione della “continuità delle capacità della Nato di intercettare le comunicazioni ed effettuare spionaggio elettronico” poiché l’unità italiana avvicenda la nave spia francese Dupuy de Lome che ha lasciato il Mar Nero il 29 maggio.
Il trimestrale specializzato in temi d’intelligence Gnosis, edito dall’AISI, ha pubblicato nel marzo scorso un articolo di Francesco Tosato sulle navi spia che si occupa anche dell’unità italiana. “La Nave Elettra, l’unità ELINT/SIGINT della nostra Marina, è inquadrata nel COMFORAL (Comando Forze di Altura) ed è normalmente di base a La Spezia. Varata nel 2002 e operativa dal 2005, ha un equipaggio di 30 marinai e 65 tecnici e una stazza di 2.960 tonnellate a pieno carico. Dotata di soluzioni costruttive che ne garantiscono la silenziosità e la bassa osservabilità, è altamente automatizzata ed ha un’autonomia di 8.000 miglia a 12 nodi. L’attività operativa dell’Elettra è ovviamente classificata, ma è noto che sia stata ultimamente impiegata nella crisi libica del 2011”.
La missione dell’Elettra non aveva nessuna possibilità di restare segreta poiché la Convenzione di Montreux che regola il transito di navi militari nel Mar Nero impone ai Paesi che non si affacciano su quel bacino di segnalare ad Ankara l’arrivo di navi militari e le autorità turche del Bosforo hanno il dovere di informarne gli Stati rivieraschi.
I russi quindi hanno saputo dell’imminente arrivo della nave italiana non appena Roma ha presentato la richiesta di transito alla Turchia ed evidentemente Mosca aveva interesse a renderlo noto con l’obiettivo di scatenare polemiche politiche in Italia, per ora sembrano limitate a un’interrogazione parlamentare presentata da Gianluca Pini della Lega Nord.
La stessa convenzione impone alle navi battenti bandiere di Paesi estranei al Mar Nero di non restare in quelle acque più di 21 giorni. Dall’inizio della crisi ucraina una dozzina di navi militari della NATO (esclusi i Paesi dell’Alleanza Atlantica che si affacciano sul Mar Nero) si sono alternate nel Mar Nero provocando la reazione di Mosca che considera la loro presenza una “forma indebita di pressione militare” ai suoi confini.
Foto: Marina Militare Italiana
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