17° STORMO INCURSORI

Al momento della sua ricostituzione nel secondo dopoguerra, l’Aeronautica Militare italiana si ritrovò fortemente impegnata a perseguire i propri compiti prioritari, per cercare di dar vita, praticamente dal nulla, ad una rinnovata linea di aerei da caccia, da attacco e, con l’ingresso nella NATO, anche da strike nucleare. In questo contesto il sogno di far rinascere, tra i propri Reparti, anche un’unità di paracadutisti-sabotatori in grado di rinverdire i fasti e gli allori degli ADRA, gli Arditi Distruttori Regia Aeronautica distintisi nelle ultime fasi della guerra in Africa Settentrionale per le audaci incursioni contro obiettivi alleati, dovette restare nel cassetto.
Solo nel 1970 si ebbe un fugace tentativo di costituire un Gruppo di Formazione Reggimento A.M., che doveva incorporare un battaglione di specialisti in missioni di sabotaggio. Nasceva così il “Battaglione Azzurro”, i cui primi volontari iniziarono ben presto un intenso addestramento presso l’aeroporto di Guidonia.
Per vari motivi il progetto venne però rapidamente abbandonato ed il personale brevettato fu assegnato, sempre a Guidonia, alla nuova “Sezione Paracadutisti dell’Aeronautica Militare”, dove diede vita alla pattuglia dei FALCHI BLU, un team dimostrativo di paracadutismo acrobatico che avrebbe ottenuto ben presto numerosi riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale.
Accanto a questi compiti propagandistici la squadra acrobatica manteneva però anche funzioni operative di rilievo, che spaziavano dalla sperimentazione di tecniche e materiali alla partecipazione, in veste di istruttori di aviolancio di salvataggio, ai corsi di sopravvivenza in mare ed in montagna che l’Arma Azzurra iniziava ad organizzare per i propri equipaggi di volo.
Sul finire degli anni ’90 si andava nel frattempo delineando una nuova necessità operativa: quella di creare e rendere operativi dei nuclei di Aerosoccorritori di elevato profilo psico-fisico e maggiori competenze tattiche, in grado di svolgere, accanto ai tradizionali compiti nelle missioni SAR di ricerca e soccorso, anche missioni di Combat SAR per il recupero di equipaggi abbattuti oltre le linee ed in territorio controllato dal nemico (in uno scenario bellico tendenzialmente lineare).

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Alberto ScarpittaVedi tutti gli articoli

Nato a Padova nel 1955, ex ufficiale dei Lagunari, collabora da molti anni a riviste specializzate nel settore militare, tra cui ANALISI DIFESA, di cui è assiduo collaboratore sin dalla nascita della pubblicazione, distinguendosi per l’estrema professionalità ed il rigore tecnico dei suoi lavori. Si occupa prevalentemente di equipaggiamenti, tecniche e tattiche dei reparti di fanteria ed è uno dei giornalisti italiani maggiormente esperti nel difficile settore delle Forze Speciali. Ha realizzato alcuni volumi a carattere militare ed è coautore di importanti pubblicazioni sulle Forze Speciali italiane ed internazionali.

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