Forze speciali USA e consiglieri tedeschi in azione in Iraq?

Gli Stati Uniti potrebbero operare già sul territorio iracheno con unità terrestri di forze speciali per combattere contro i miliziani dello Stato islamico. Anche se il Pentagono continua a negare un coinvolgimento attivo, ci sarebbero prove di testimoni oculari e di funzionari curdi. Si fa riferimento all’operazione nella città di Zumar, dove dopo un mese i combattenti peshmerga sono riusciti a battere l’Isis. La loro vittoria sarebbe arrivata grazie ai bombardamenti americani ma anche alla presenza di corpi speciali degli Stati Uniti al loro fianco. L’area era stata presa dai terroristi dello Stato islamico ad agosto, costringendo le minoranze religiose degli yazidi e dei cristiani a fuggire per evitare le persecuzioni. A quel punto il presidente Obama aveva stabilito una serie di raid aerei e l’intervento dei corpi speciali per portare aiuti umanitari alla popolazione. Tuttavia secondo quanto riporta il Daily Beast servizi di intelligence curdi sostengono che “militari tedeschi e americani si trovano sul terreno con loro. Ci stanno aiutando”.

Il Pentagono però nega: “non ci sono militari americani in Iraq o a Zumar”, ha detto un portavoce al giornale online americano. Anche il capitano Rick Haupt, portavoce delle forze Usa in Medio Oriente, ha negato il coinvolgimento statunitense, ricordando soltanto che “i bombardamenti americani hanno distrutto diversi veicoli dell’IS nell’area Zumar”. Oltre a questo, l’intervento americano ha rassicurato sia le forze curde che quelle irachene che hanno ricominciato a combattere contro l’Isis: la riconquista di Zumar è avvenuta ieri sera dopo giorni di scontri.

Ieri il presidente Barack Obama ha ordinato  l’invio di altri 350 militari a Baghdad, ufficialmente per proteggere i siti e il personale diplomatico: lo ha annunciato la Casa Bianca. L’annuncio arriva qualche ora dopo la diffusione di un video che mostra la decapitazione di un secondo giornalista statunitense prigioniero delle milizie jihadiste dello Stato Islamico (Isis).

Sale in questo modo a 820 il numero dei militari statunitensi dispiegati in Iraq dal 30 giugno scorso, dopo l’offensiva che ha portato le milizie dell’Isis ad impadronirsi di quasi tutto il nord del Paese.

Gli ultimi raid aerei statunitensi hanno distrutto o danneggiato  ieri “16 veicoli armati” secondo quanto reso noto dal  Comando centrale Usa (Centcom), precisando che finora i caccia Usa hanno compiuto in Iraq in tutto 124 raid aerei contro i miliziani dell’Isis. Il timore di incursioni aeree  avrebbe indotto lo Stato Islamico a evacuare il quarter generale a Mosul. Lo ha riferito il sito d’informazione IraqiNews, citando una fonte informata della provincia di Ninive. Secondo la fonte, rimasta anonima, lo Stato Islamico “ha anche camuffato le sue auto per evitare che vengano identificate dai droni Usa” che appoggiano l’offensiva dell’esercito iracheno e dei peshmerga curdi.

Intanto le forze di sicurezza irachene sono riuscite ad entrare a Tikrit, capoluogo della provincia di Salahuddin, dopo intensi combattimenti con i miliziani dello Stato islamico scoppiati lunedì sera: lo riferisce una fonte della sicurezza locale, secondo cui i militari stanno avanzando nella città lungo tre direttrici. I militari avrebbero preso il controllo dell’Università’ di Tikrit, dell’ospedale e di alcune posizioni nella zona occidentale della città natale di Saddam Hussein, conquistata dallo Stato islamico lo scorso mese di giugno. Un’offensiva governativa per liberare la città era stata respinta dall’IS dieci giorni or sono.

Foto: Stato Islamico, US DoD, Reuters

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