Gli Stati Uniti intensificano i raid aerei in Afghanistan
Gli Stati Uniti hanno intensificato negli ultimi mesi le incursioni aeree in Afghanistan. Secondo gli ultimi dati forniti dal Pentagono nell’agosto scorso gli aerei militari statunitensi hanno lanciato più bombe contro i talebani e altri militanti che in ogni altri singolo mese dall’agosto 2012, quasi il triplo rispetto alla media mensile nei primi sette mesi dell’anno. I funzionari del dipartimento della Difesa stanno ancora lavorando ai dati relativi a settembre, che potrebbero confermare l’aumento del numero dei raid, mentre gli Stati Uniti si preparano a far rientrare metà dei 24.000 soldati presenti in Afghanistan entro la fine dell’anno, quando si concluderà la missione ISAF (International Security Assistance Force) della Nato; gli altri militari resteranno nel Paese come forza di supporto e per addestrare i soldati afghani e fornire loro appoggio aereo.
La nuova offensiva aerea evidenzia il tentativo statunitense di far indietreggiare i talebani che hanno recentemente guadagnato terreno approfittando del ritiro delle truppe della NATO da tutti i settori operativi. I raid aerei più intensi potrebbero rappresentare anche un’azione preventiva tesa a colpire i talebani nel momento in cui l’ISAF completa il ripiegamento per dare un po’ di respiro alle truppe di Kabul da oltre un anno sottoposte a dure pressioni con u8n numero di caduti compreso tra i 200 e i 400 al mese.
I dati, forniti al Boston Globe dallo U.S. Central Command, mostrano che 436 bombe sono state lanciate durante i raid aerei di agosto, rispetto alla media di 150 da gennaio a luglio. Da quando gli afgani hanno assunto un ruolo primario nella difesa del territorio, il numero di vittime statunitensi è sensibilmente diminuito in Afghanistan: quest’anno sono state 48 (su 66 caduti complessivi delle forze alleate), contro le 127 dello scorso anno, quando le perdite di ISAF furono di 161 militari.
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