Black Hawk per il combat SAR a Erbil
(aggiornato l’8 febbraio ore 1,30)
Gli Stati Uniti hanno rischierato nel capoluogo curdo iracheno di Erbil alcuni elicotteri Black Hawk. L’iniziativa pare legata agli sviluppi della vicenda di Moaz al-Kasasbeh, il pilota giordano catturato e bruciato vivo dai miliziani dello Stato Islamico.
L’impiego di elicotteri da Combat SAR (Ricerca e Soccorso) consentirà di garantire un minimo di possibilità di venire recuperati ai piloti statunitensi arabi della Coalizione che, come al-Kasasbeh, dovessero venire abbattuti sul territorio siriano controllato dal Califfato.
Il servizio CSAR è garantito in territorio iracheno ma non sul territorio siriano. Gli elicotteri Black Hawk schierati a Erbil potranno quindi intervenire nel nord est della Siria in caso di piloti abbattuti o dispersi volando fino al confine siriano (nell’area del monte Sinjar) su aree controllate dai combattenti curdi alleati della Coalizione.
Secondo quanto riferisce il quotidiano “New York Times”, sono stati gli Emirati Arabi a chiedere il dispiegamento degli elicotteri Usa nel nord dell’Iraq dopo che l’abbattimento dell’F-16 giordano aveva indotto Abu Dhabi a sospendere le operazioni dei suoi velivoli sulla Siria nel timore di trovarsi con propri piloti prigionieri dello Stato Islamico.
Secondo fonti ufficiali Usa consultate dal “New York Times”, gli Emirati avrebbero chiesto al Pentagono di dispiegare sul campo anche i V-22 Osprey tilt-rotor. Le stesse fonti hanno chiarito che i piloti emiratini avrebbero ripreso i raid contro lo Stato islamico “quando gli Osprey saranno disponibili nel nord dell’Iraq”.
La scorsa settimana ad Abu Dhabi, il ministro degli Esteri degli Emirati, Abdullah bin Zayed bin Sultan Al Nahyan, ha avuto uno scambio di battute con Barbara Leaf, nuovo ambasciatore Usa nell’emirato, chiedendole perché il Comando centrale Usa non dispiegasse “mezzi appropriati” per la guerra allo Stato islamico nel nord dell’Iraq.
“L’ha convocata solo per questo”, ha riferito una fonte ufficiale Usa al “New York Times”. Un portavoce del Comando centrale Usa, interrogato sulla vicenda, non ha voluto rilasciare commenti.
Poche ore dopo la notizia del dispiegamento degli elicotteri Combat SAR USA a Erbil ilo governo degli EAU ha reso noto che uno squadrone di F16 stazionerà in Giordania per dimostrare il sostegno del regno alle iniziative dell’esercito di Amman nell’ambito
delle operazioni della Coalizione anti-Isis. Lo ha affermato un comunicato diffuso dall’agenzia emiratina Wam in cui si “riafferma la costante e irremovibile solidarietà alla Giordania e il suo ruolo e i suoi immensi sacrifici per la sicurezza e la stabilita’ nella regione, come dimostrato dal martire ed eroe pilota Moath al Kassasbeh”.
Gli Emirati hanno inoltre auspicato che la Coalizione internazionale guidata dagli Usa fornisca armi alle tribù sunnite dell’Iraq occidentale per combattere lo Stato Islamico.
Lo ha riferito il quotidiano governativo del Golfo Al-Ittihad, spiegando che la decisione degli Emirati di fermare i raid – a seguito della cattura del pilota giordano Muath al-Kasaesbeh – è stata causata dalla necessità di “assicurare protezione adeguata a tutti i piloti che partecipano ai bombardamenti contro Daesh” (acronimo in arabo dello Stato Islamico).
Un altro motivo di grande preoccupazione ad Abu Dhabi – ha sottolineato Al-Ittihad – è la mancanza di sostegno da parte della Coalizione alle tribù sunnite della provincia occidentale di Anbar, gran parte della quale è sotto il controllo dell’IS.
Secondo il giornale, la Coalizione “non ha mantenuto la promessa di addestrare ed equipaggiare i sunniti dell’Anbar per la guerra a Daesh”. Per sconfiggere l’IS, ha concluso Al-Ittihad, “non sono sufficienti i raid aerei né la guerra mediatica”.
Foto: US DoD, Stato Islamico, UAE Air Force, AP
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