Il Blitz in Malì della Task Force Sabre
Sono passati tre lunghissimi anni. Il 25 novembre del 2011, un commando di al-Qaeda nel Maghreb islamico (AQMI) irrompeva in un albergo di Timbuctu. Nessun attentato aveva ancora scosso la cittadina del nord del Mali. Ma i gruppi armati terroristici cominciavano a destabilizzare il paese. Come al solito AQMI mirava agli occidentali.
Sapeva benissimo chi colpire e su chi lucrare, fra gli ostaggi di quei paesi disposti a pagare. Quella sera, a Timbuctu, sequestrò tre clienti, sbarazzandosi del quarto, un tedesco che aveva tentato di resistere. Fra gli ostaggi c’erano Johan Gustafson, svedese, Stephen Malcolm McGown, sudafricano, e un olandese, Sjaak Rijke, macchinista di professione, in vacanza con la moglie.
Seguirono trattative difficili e tanti intoppi, inframezzati dall’operazione Serval. Poi silenzi, almeno fino alla fine del 2014, quando i rapitori diffusero un secondo video, per accelerare i negoziati.
Le immagini mostravano Serge Larazevic, francese, liberato di lì a poco in cambio di quattro jjihadisti, e Sjaak Rijke (foto a sin istra), di cui purtroppo si persero nuovamente le tracce.
Un sequestro lunghissimo, poi il blitz, all’alba di ieri. Alle 5, ora italiana, le forze speciali francesi della task force Sabre (il pendant SF dell’operazione Barkhane) hanno colpito con successo, liberando Rijke. Mancano ancora i dettagli, ma si sa che nell’operazione sono morti due aguzzini di AQMI.
Fonti di Analisi Difesa confermano che i francesi avrebbero mobilitato una ventina di commando, tre elicotteri, un velivolo da ricognizione e intelligence (ISR) e un altro aereo, presumibilmente dello squadrone 3/61 Poitou. Lo Stato Maggiore Generale (EMA), a Parigi, ha sorpreso molti, dando la notizia in tempi rapidissimi.
«L’ostaggio è stato evacuato, poi portato in un luogo sicuro», prima a Tessalit e poi a Gao, nel quartier generale del contingente olandese in Mali, composto da 500 uomini ed elicotteri Apache in forza alla MINUSMA. Nella foto post-blitz, diffusa dall’EMA, si riconosce l’(ex) ostaggio, fra due commando.
Uno dovrebbe appartenere al servizio medico, l’altro è un operativo che imbraccia il classico fucile d’assalto di gran parte delle forze speciali francesi, l’HK416 della tedesca Heckler & Koch.
Con un dettaglio aggiuntivo, il silenziatore in carica. Dietro, in bella mostra, c’è un elicottero da trasporto Caracal del 4° Reggimento per Operazioni Speciali (RHFS), protagonista dell’azione.
Dipendente per l’impiego dal Comando per le Operazioni Speciali (COS), il 4° copre l’intera gamma di richieste di elitrasporto e di supporto aereo ravvicinato provenienti dalle unità speciali a terra.
Il reggimento Si fregia di una Croix de la Valeur Militaire, conquistata sul campo in Afghanistan, durante l’operazione Pamir. Conta oggi uno Stato maggiore ridotto, una squadriglia di elicotteri da trasporto e una di elicotteri armati, molto eterogenei.
Allinea una dozzina fra Gazelle, Tigre, Puma, Cougar e Caracal, di cui due dell’Aeronautica, che fornisce anche il personale.
Puma, Cougar e Caracal dispongono di equipaggiamenti e sistemi specifici per la navigazione notturna e possono essere armati di mitragliatrici Browning M-2 da 12,7, di mitragliere GIAT da 20 mm e di una MAG da 7,62.
Da un quadriennio almeno volano in Mali e nell’area sahelo-sahariana. Il loro centro di gravità è a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.
Ma piccoli distaccamenti, con velivoli ad ala fissa e rotante, sono schierati anche in Mauritania, Niger e Mali, dove è morto pochi mesi fa un incursore paracadutista del CPA 10, la componente terrestre degli incursori dell’Aeronautica.
La task force Sabre include anche gli immancabili commando della Marina e gli incursori del 1° RPIMa (Régiment de Parachutistes d’Infanterie de Marine) e del 13° RDP (Régiment de Dragons Parachutistes), con i team CTLO (Contro Terrorismo e Liberazione di Ostaggi) della 4a compagnia, sempre più preziosi e d’attualità.
A corredo di tutto, gli specialisti e i velivoli dello squadrone Poitou, talmente stiracchiato che i francesi stanno pensando di puntellarlo, acquistando oltreatlantico almeno 3 C130J (uno smacco per Airbus). Parigi ha fretta.
L’estremo nord del Mali è immenso, ricettacolo di vari gruppi jihadisti. Fra Timétrine e la valle dell’Ametettai stanno rispuntando covi di armi e munizioni.
Purtroppo, i terroristi rialzano la testa e colpiscono alla cieca, tanto a Gao, quanto a Kidal e perfino ad Ansongo, nel sud.
Foto: EMA
Francesco PalmasVedi tutti gli articoli
Nato a Cagliari, dove ha seguito gli studi classici e universitari, si è trasferito a Roma per frequentare come civile il 6° Corso Superiore di Stato Maggiore Interforze. Analista militare indipendente, scrive attualmente per Panorama Difesa, Informazioni della Difesa e il quotidiano Avvenire. Ha collaborato con Rivista Militare, Rivista Marittima, Rivista Aeronautica, Rivista della Guardia di Finanza, Storia Militare, Storia&Battaglie, Tecnologia&Difesa, Raid, Affari Esteri e Rivista di Studi Politici Internazionali. Ha pubblicato un saggio sugli avvenimenti della politica estera francese fra il settembre del 1944 e il maggio del 1945 e curato un volume sul Poligono di Nettuno, edito dal Segretariato della Difesa.