Intesa Onu-Roma per potenziare la base logistica di Brindisi

ANSA – Le Nazioni Unite e l’Italia rafforzano la loro collaborazione per la Base logistica di Brindisi. Un Protocollo che aggiorna la cornice legale del Memorandum d’Intesa del 1994 sull’uso della base e’ stato firmato oggi presso la Rappresentanza Permanente d’Italia all’ONU dal sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e l’Assistente Segretario Generale per il Field Support Anthony Branbury.

“Il Protocollo allinea l’accordo alle nuove sfide e i doveri che la Base di Brindisi ha di fronte, in linea con la strategia globale di sostegno sul campo lanciata nel 2010 dal Segretario Generale Ban Ki moon che ha progressivamente accresciuto il ruolo di Brindisi a sostegno del peacekeeping ONU in tutto il mondo”, ha detto Della Vedova notando come la firma coincida con due importanti anniversari: i 60 anni dell’Italia alle Nazioni Unite e i 70 anni dalla fondazione dell’ONU.

La storia di Brindisi come polo logistico Onu comincia a metà anni Novanta, con UNPROFOR, la missione di pace nella ex Jugoslavia.

Da allora il ruolo della base in Puglia si è evoluto: da centro di appoggio logistico a “piattaforma multi-ruolo per rispondere a tutti i bisogni del peacekeeping”, dalla pianificazione logistica e tattica delle nuove missioni umanitarie e di pace.

E’ cambiato il nome: oggi il Global Service Center dell’Onu, a cui fanno capo genieri e esperti di IT e’ anche l”hub” delle telecomunicazioni per l’intero sistema delle missioni delle Nazioni Unite, ha detto Branbury dopo la firma del protocollo.

“La scelta delle Nazioni Unite di rafforzare la Base cade in un momento cruciale”, ha commentato Della Vedova, accennando alle “parecchie operazioni umanitarie che di recente sono state condotte nei più difficili teatri di crisi”.

Il sottosegretario ha ricordato come nel 2013, con l’appoggio della base pugliese, sono state condotte 13 operazioni di soccorso, dalla Siria alle Filippine colpite dal tifone Haiyan. Nel 2014 Brindisi ha servito come “hub” per missioni in Iraq, Palestina e AfricaOccidentale dove ha dato un enorme contributo a fronteggiare l’epidemia di Ebola. Una funzione, questa, su cui si è soffermato anche Branbury, che Ban Ki moon aveva nominato “point man” dell’Onu nella risposta all’emergenza.

foto: Nazioni Unite

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