Stato d'emergenza a Tunisi: "Isis alle porte"
“Abbiamo l’Isis alle porte”. Con questo drammatico avvertimento, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi (foto a sinistra) ha proclamato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale da oggi per 30 giorni rinnovabili.
E l’allerta terrorismo è altissima anche negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna, che temono attentati in occasione del week end della festa per l’indipendenza americana del 4 luglio e per il decennale degli attacchi alla metropolitana di Londra, il 7 luglio.
La Tunisia è ancora sotto shock a poco più di una settimana dalla strage di turisti a Sousse, tragico seguito dell’attentato al museo del Bardo del marzo scorso. Ed oggi il presidente della Repubblica e comandante in capo delle Forze armate, ha annunciato di aver dichiarato lo stato d’emergenza in un discorso alla nazione di 30 minuti.
“La Tunisia sta vivendo circostanze eccezionali che necessitano di misure eccezionali”, ha affermato Essebsi. “Noi non abbiamo la cultura del terrorismo, è un problema regionale”, ha aggiunto, sottolineando che “nella vicina Libia ci sono milizie armate, l’Isis è alle nostre porte, siamo in guerra contro il terrorismo, è una lotta che dobbiamo vincere a tutti i costi.Le nostre frontiere con la Libia sono lunghe 500 km, è difficile per noi controllarle con mezzi che non possediamo”.
Gli ultimi due attentati, poi, hanno messo il Paese in ginocchio: “Noi abbiamo creduto che l’attacco al museo del Bardo sarebbe stato l’ultimo. Lo Stato potrebbe crollare se dovesse subire un altro attentato come quello di Sousse.
Adottare lo stato di emergenza è un mio dovere”, ha spiegato Essebsi. Il provvedimento, che era nell’aria dal giorno dell’attentato al resort di Sousse del 26 giugno scorso in cui sono morte 38 persone, dà maggiori poteri a governatori, esercito e polizia e prevede una limitazione di alcuni diritti della persona (come il diritto a manifestare e a radunarsi) al fine di combattere più efficacemente il fenomeno del terrorismo
Lo stato d’emergenza accorda poteri eccezionali alle forze dell’ordine, come il diritto di proibire scioperi e riunioni e di compiere “perquisizioni a domicilio di giorno e notte e prendere tutte le misure necessarie per assicurare il controllo della stampa e le pubblicazioni di ogni natura”.
In vigore dal 15 gennaio 2011 lo stato di emergenza era stato revocato il 6 marzo 2014.
Una revoca, che non precludeva comunque la possibilità di un supporto militare alla forze di sicurezza se necessario, né la prosecuzione di operazioni militari specialmente nelle zone di confine.
La Tunisia ha bisogno di sostegno internazionale poiche’ tutti i paesi sono preda del terrorismo.
Gli Stati Uniti, la Francia, la Gran Bretagna, l’Unione europea e l’Algeria sostengono la Tunisia contro il terrorismo”. Ha detto il presidente Essebsi ha detto che i sit-in e le manifestazioni hanno influenzato la stabilità del paese e indebolito il governo specie gli scioperi nelle miniere di fosfati nel sud.
“La Tunisia ha bisogno di investimenti ma il clima non è quello favorevole”.
Le autorità tunisine non hanno fornito dettagli circa la minaccia ma pare che l’intelligence ritenga probabile una sollevazione islamista in diverse aree del Paese specie dopo gli scontri di Sousse scatenati dalla chiusuira di 80 moschee decretata dal governo dopo la strage di turisti stranieri della scorsa settimana.
(con fonte ANSA)
Foto: Abawaba, TVC e Reuters
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