Tracollo afghano: i talebani dilagano a Helmand

La provincia afgana di Helmand, dove 90 soldati sono morti negli ultimi due giorni nei combattimenti con i talebani, è “sul punto” di cadere nelle mani degli insorti. Lo ha annunciato il vicegovernatore Mohammad Jan Rasoolyar in un appello rivolto al presidente Ashraf Ghani su Facebook poiché, ha precisato Rasoolyar, non aveva altro modo di entrare in contatto con il presidente.

Per il vicegovernatore la situazione è “catastrofica” come quella del settembre scorso a Kunduz. Rasoolyar ha criticato anche “l’indifferenza” di fronte alla morte “di 90 soldati” nei combattimenti di venerdì e sabato. I talebani hanno conquistato il distretto di Sangin dove combatterono aspramente per anni le truppe britanniche e poi statunitensi.

Un senatore di Helmand, Hashim Alkozai, ha detto che i talebani hanno bloccato tutte le strade verso il distretto di Sangin, conquistato tulle le sedi militari e della polizia nel distretto lamentando che non è stata fornita assistenza alla polizia di Sangin e che nemmeno il battaglione dell’esercito presente in un’area vicina è intervenuto nonostante la richiesta di aiuto.

Il governo afghano “sta mandando ulteriori rinforzi” nel distretto di Sangin,  ha dichiarato oggi il portavoce del Ministero dell’Interno, Sidiq Sidiqi.

In arrivo a Helmand, nella base di Chiraback (l’ex Camp Bastion) anche di una trentina di incursori britannici dello Special Air Service

In una dichiarazione ai media a Kabul il portavoce ha ammesso che “stiamo sostenendo alcune sfide in Helmand” dovute al fatto che “i talebani, dopo aver perso terreno in Kunduz, stanno tornando in Helmand, loro storica base”.

Sidiqi ha confermato che “stiamo giovandoci del sostegno dei nostri partner nell’ambito della missione ‘Resolute Support’, ma ovviamente sul terreno sono il nostro esercito e la nostra polizia che affronta i talebani”.

Successi talebani si registrano anche nel distretto di Greshk  mentre ieri un kamikaze ha ucciso sei soldati statunitensi nelle vicinanze della base aerea statunitense di Bagram, nella provincia centrale afghana di Parwan, schiantandosi con una moto su un gruppo di militari della missione ‘Resolute Support’.

Nella rivendicazione il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha raccontato che “un martire” ha puntato un gruppo di militari Nato e afghani che rientravano alla base, con un bilancio di “19 invasori Usa uccisi”.

I talebani hanno colpito nelle ultime ore anche la capitale dove tre razzi sono esplosi in due quartieri centrali di Kabul (Wazir Abkar Khan e Charah-e-Zambaq), non lontano dalla ‘zona rossa’ dei principali uffici governativi, delle ambasciate, compresa quella Usa, e del quartier generale dell’operazione Nato “Resolute Support”.

Le offensive talebane di quest’anno hanno provocato la caduta di una trentina di distretti e 1,2 milioni di profughi interni. Lo ha reso noto a Kabul la Commissione indipendente per i diritti umani afghana (Aihrc), sottolineando che la principale ragione di questo fenomeno è la mancanza di sicurezza e citando in proposito i casi delle province di Kunduz e Helmand.

In una conferenza stampa, riferisce Tolo Tv, la presidentessa dell’Aihrc, Sima Samar, ha detto che “le statistiche del 2015 mostrano che un totale di 1.257.552 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case, il che significa un incremento del 5% rispetto al 2009”.

Accanto a questo, ha aggiunto Samar, si deve segnalare un incremento del 21% nel numero delle persone che hanno l’Afghanistan a causa della guerra, che “nei mesi di giungo e luglio interessava 21 delle 34 province afghane”.

Il 18 dicembre il segretario alla Difesa statunitense Ashton Carter era giunto  a sorpresa a Kabul per esaminare la fragile situazione della sicurezza.  Martedì scorso il Pentagono ha pubblicato un rapporto in cui sostiene che nel secondo semestre di quest’anno la conflittualità in varie province afghane è cresciuta.

I media afghani ricordano che nel rapporto del Pentagono di 96 pagine si sostiene chiaramente che “la situazione complessiva della sicurezza in Afghanistan si è deteriorata con un aumento degli attacchi degli insorti che hanno avuto successo e con un maggiori vittime sia fra le Forze di sicurezza afghane sia fra i talebani”.

In particolare il documento rileva che le vittime registrate dalle forze di sicurezza afghane sono drammaticamente cresciute del 27% dall’inizio dell’anno, quando cioè esse hanno assunto la piena responsabilità della difesa nazionale loro trasmessa dalla Coalizione internazionale.

Per questo, rileva l’agenzia di stampa Pajhwok, il deterioramento della situazione della sicurezza ha anche obbligato le forze speciali americane ad avviare segretamente operazioni di contro-terrorismo nella provincia meridionale afghana di Helmand.

Foto: Isaf e Reuters

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