Molti dubbi sulla bomba H nordcoreana

La rivendicazione del regime nordcoreano di essere riuscita a far esplodere una bomba all’idrogeno (H),dopo i dubbi già emersi sui precedenti test (2006, 2009 e 2013) sulla molto meno potente e sofisticata bomba atomica (A),è poco credibile.

Gli Stati Uniti stanno continuando a indagare, ma le prime evidenze raccontano una storia diversa da quella sbandierata dalla Corea del Nord. Secondo la Casa Bianca infatti le “analisi iniziali” mostrano che Pyongyang non ha condotto un test con una bomba all’idrogeno. “Continuiamo a lavorare per capire di più”, ha detto il portavoce del presidente Barack Obama, Josh Earnest. Un commento, quello degli Stati Uniti, che smentisce di fatto quanto diffuso dal regime ieri in tarda serata e ancora ribadito da una nota del leader Kim Jong-un nel pomeriggio di oggi.

La tecnologia necessaria per una bomba H è ancora oggi in possesso di poche nazioni: solo Usa, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna e forse Israele la posseggono ma ad esempio ne’ India, che ottenne la bomba atomica nel 1974, ne’ il Pakistan (1998) la hanno. Anche i tempi per il passaggio da un tipo di ordigno all’altro, dalla più semplice atomica a quella all’idrogeno o termonucleare, sono sospetti.

La prima bomba H venne realizzata dagli Usa nel novembre del 1952. All’allora Unione Sovietica, la cui potenza è incomparabile a quella dell’odierna Corea del Nord, ci volle un anno. Seguirono la Gran Bretagna, aiutata dagli Usa, 5 anni dopo nel 1957; 15 anni dopo, nel 1967 ci arrivò la Cina; ultima nel 1968 la Francia. Le differenze tra le potenze dei due ordigni sono incommensurabili. Basta pensare che la prima bomba atomica sganciata dagli Usa su Nagasaki (Little Boy) il 6 agosto 1945 aveva una potenza di 15 chilotoni (1 solo chilotone (kt) è unità di misura convenzionale equivalente all’esplosione di mille tonnellate di tritolo).

La deflagrazione della prima bomba H effettuata dagli Usa alle isole Marshall in pieno oceano Pacifico aveva una potenza di 15.000 kt, ossia 1.000 volte maggiore. La più grossa bomba H mai fatta esplodere fu nel 1961 la all’epoca sovietica Zar di 57.000 kt. Venendo poi alle difficoltà tecniche la differenza tra i due ordigni, oltre quella abissale di potenza distruttiva, è anche concettuale.

La “bomba atomica + una bomba a fissione nucleare (lo stesso principio che controllato alimenta le centrali nucleari per la produzione di energia), ossia una reazione in cui il nucleo di elemento pesante (di solito uranio-235 o plutonio), in seguito ad una potente esplosione di esplosivo convenzionale che agisce da innesco, da il via ad una reazione a catena che genera l’emissione di una grande quantità di energia, termica e cinetica, e radioattività.

La bomba H invece si basa sul processo della fusione nucleare (lo stesso principio che fa ‘funzionare’ il sole) in cui i nuclei di due o più atomi vengono avvicinati e compressi a tal punto da fonderli e generare livelli di energia distruttiva annichilenti. Per raggiungere questo obiettivo è necessaria la potenza di un processo di fissione, ossia è proprio una bomba atomica a fungere da innesco, invece di una carica di tritolo come nella normale atomica. Questa da il via ad una fusione usando isotopi dell’idrogeno come il deuterio ed il trizio.

Nella bomba H si avvicendano in rapidissima successione processi di fissione-fusione-fissione innescati a partire da una normale bomba atomica a fissione, posta all’interno di un contenitore di materiale fissile (uranio 238): quando la bomba a fissione presente nella parte più interna esplode, innesca la fusione termonucleare dei nuclei degli atomi leggeri dello strato intermedio, che provoca a sua volta la fissione nucleare del materiale più esterno

Uno degli argomenti avanzati dagli scettici è il fatto che la scossa sismica provocata dal quarto test nucleare compiuto dalla Corea del Nord sia stata della stessa entità di quella registrata nel 2013, in occasione del precedente test. Randy Bell, capo degli analisti della Comprehensive Nuclear Test-Ban-Treaty Organization (Ctbt), sottolinea infatti come la scossa sia stata di magnitudo 4.9 in entrambi i casi dai sismografi cinesi, mentre quelli statunitensi hanno indicato una magnitudo leggermente maggiore, di 5.1.

Lo scienziato non si sbilancia oltre, ma fonti diplomatiche a Vienna, dove ha sede la Agenzia atomica internazionale, fanno notare che una scossa sismica di questo genere è di gran lunga inferiore a quella che sarebbe stata provocata dall’esplosione di una bomba all’idrogeno. “Le bombe all’idrogeno che sono state testate in passato dai stati ufficialmente possessori di armi nucleari hanno provocato scosse sismiche più potenti”, ha detto il diplomatico alla Dpa.

Anche a Seul, dove il governo ha comprensibilmente convocato una riunione d’emergenza immediatamente dopo l’annuncio di Pyongyang, esperti di questioni nucleari hanno espresso il loro scetticismo. “E’ difficile considerare questo test come un test di un ordigno all’idrogeno”, hanno dichiarato.

Da parte di Pechino, che anche ha condannato il test, non vi è alcuna conferma. Anzi un esperto militare ha detto che i dati raccolti finora” non possono sostenere” le affermazioni nordcoreane riguardo alla bomba all’idrogeno e che sono necessari altri test, secondo quanto riportato dall’emittente Cctv su Twitter.
“Se si tratta veramente di una bomba termonucleare vuol dire che i nord coreani sono riusciti a passare in appena dieci anni e quattro test dalla bomba atomica all’idrogeno, ma questo non significa che siano già in grado di produrre industrialmente un arsenale nucleare da poter usare su missili o altri vettori”.

E’ quanto ha spiegato all’ANSA Vanni Antoni, direttore dell’Istituto Gas Ionizzati del CNR ed esperto di fusione nucleare civile, commentando le notizie sull’esperimento nucleare nordcoreano di oggi. “Se confermata, si tratta comunque di una brutta notizia per chi come me lavora da anni alla fusione nucleare come alternativa di energia pulita per risolvere i problemi del pianeta, perché rischia di complicare anche la ricerca internazionale. E tra i Paesi vicini, come Giappone e Corea del Sud, con i quali collaboriamo da anni, che finora si sono dedicati solo a scopi pacifici ma che, se necessario, possono utilizzare anche le loro capacità scientifiche e tecnologiche in campo militare”.

Alla base della produzione della ‘Bomba H’, che può essere da 100 a mille volte più potente di una ‘semplice’ bomba atomica, secondo Vanni, ci sono gli sviluppi dei sistemi di calcolo che consentono di capire il comportamento degli elementi nucleari senza bisogno di fare continui test come negli anni Cinquanta e Sessanta. “E’ possibile che ci siano arrivati – aggiunge – ma è fondamentale capire se hanno usato Trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno, nel processo di fissione-fusione-fissione che porta all’esplosione della bomba.

Si tratta di elemento che non esiste in natura e che può essere anche il sottoprodotto di una centrale nucleare civile. Nella bomba termonucleare viene liberato dai neutroni veloci prodotti dalla fissione di uranio o plutonio che si scontrano con Litio e Deuterio, ma i nordcoreani potrebbero averlo prodotto direttamente per s semplificare il processo. Sarebbe importante capire se hanno la capacità di produrlo, perché il Trizio permette anche di ‘miniaturizzare’ gli ordigni e di utilizzarli sui missili”.

(con fonti Agi, Adnkronos/Dpa e Ansa)

Foto: Tv, La Presse e KCNA – vignetta di Alberto Scafella

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