Nel mondo volano quasi 15 mila cacciabombardieri
Secondo un rapporto realizzato da Flight International la famiglia dei Sukhoi Su-27 e Su-30 “Flanker” è entrata nella top ten dei caccia militari più attivi al mondo.
Il rapporto, che prende in esame solo gli aerei da combattimento, valuta che la “famiglia” dei Flanker sia attualmente in servizio in nove nazioni con 943 esemplari rappresentando in questo modo il 6% del numero totale degli aerei da combattimento attualmente in forze.
Al primo posto è presente lo statunitense F-16 Fighting Falcon con 2.264 aerei pari al 16% della flotta militare mondiale, seguito al secondo posto dal’ F/A-18 Hornet con 1.047 esemplari totali pari invece al 7% del totale.
Di particolare rilievo per il successo del caccia russo Su-27 è che i primi due posti di questa classifica vedono ovviamente un netto vantaggio di una tipologia di caccia di dimensioni e costi d’acquisto contenuti (categoria “Low”), ben diverso da quello rappresentato dalla famiglia dei Flanker.
Al quarto posto prosegue la classifica con 858 esemplari, pari a quasi il 6% della flotta mondiale, lo statunitense F-15 Eagle (della stessa categoria “High” della famiglia dei Su-27/30).
Il resto della top ten vede a scalare tre velivoli russi: al quinto posto il MiG-29 “Fulcrum” con 819 velivoli, al sesto posto i longevi MiG-21 “Fishbed” con 551 velivoli seguiti dal Sukhoi Su-25 “Frogfoot” con 503 esemplari.
Gli ultimi tre posti della classifica lasciano spazio ai caccia Northrop F-5 (482), Chengdu F-7 (459) e J-7 (418); il rimanente 43% dei vari tipi di caccia non inclusi in questa top ten rappresenta la quota di 6.208 velivoli.
Il rapporto del Flightglobal riporta dunque che attualmente sono in servizio nelle Forze Armate di tutto il mondo un totale di 14.552 aerei da combattimento.
Foto: Aeronautica Turca e Aeronautica Russa
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.