I missili HQ-9 (S-300V) di Pechino alle isole Paracel
Pechino nega ma fonti statunitensi hanno reso noto il 17 febbraio che le forze armate cinesi hanno dislocato due batterie con otto lanciatori e il sistema radar di guida di missili terra-aria a lungo raggio HongQi HQ-9 a Yongxing, la più importante delle isole Paracel al centro delle dispute territoriali con Taiwan e Vietnam nel Mar Cinese meridionale. Sull’isola era già presente una pista d’atterraggio e un radar di scoperta.
Il presidente Usa Barack Obama ha assicurato che continueranno le operazioni a sostegno della “libertà di navigazione nelle acque contese e che hanno visto recentemente unità della Us Navy solcare i mari intorno agli arcipelaghi che echino considera territorio nazionale.
L’anticipazione di Fox News, emersa dal confronto delle foto satellitari del 3 e del 14 febbraio e valutata da Washington come “un’altra evidenza” della “militarizzazione” cinese nell’area, è stata al centro del summit in corso in California tra i Paesi dell’Asean (Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia, Brunei, Vietnam, Laos, Myanmar e Cambogia) anche se il documento finale del vertice si è limitato a ribadire i principi della libertà di navigazione e della soluzione pacifica delle controversie, senza menzionare la Cina o il mar Cinese meridionale a causa dell’opposizione di alcuni Paesi vicini a Pechino
“Abbiamo discusso la necessità di passi tangibili nel Mar Cinese Meridionale per abbassare le tensioni, includendo lo stop a ulteriori rivendicazioni, nuove costruzioni e militarizzazione delle aree contese”, ha affermato Obama in conferenza stampa.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, senza smentire la presenza dei missili (versione cinese del russo S-300V, ha marcato il tentativo di “alcuni media occidentali di creare notizie” aggiungendo che “solo per limitata e necessaria autodifesa, la Cina ha realizzato strutture su isole e barriera corallina dove è stato dislocato personale cinese, in linea con autodifesa e autotutela che la Cina è autorizzata a perseguire sotto le leggi internazionali”.
A Taiwan, che col Vietnam rivendica la sovranità su Yongxing, nota come Woody Island, il ministero della Difesa, confermando la presenza dei missili, ha detto che Taipei “guarda da vicino gli sviluppi” mettendo in guardia le parti, senza mai nominare la Cina, dal prendere “qualsiasi azione unilaterale” che danneggi la pace.
Difficile però definire “mezzi per l’autodifesa” missili in grado di colpire aerei e missili fino a 200 chilometri di distanza.
Due settimane or sono era transitato in quelle acque delle Paracel (a 12 miglia da Triton Island) per la seconda volta il cacciatorpediniere statunitense Curtis Wilbur. Al suo primo passaggio, in gennaio, Pechino annunciò che la “provocazione avrebbe avuto conseguenze”.
Non è forse un caso che la Cina schieri gli S-300 in concomitanza con le trattative tra Washington e Seul per dislocare in Corea del Sud il sistema antimissili balistici THAAD, offerto per bilanciare gli arsenali balistici nordcoreani ma considerati dai cinesi un deterrente contro i loro missili balistici.
Del resto in un paio d’anni la Cina ha costruito oltre 3.000 acri di nuovo
territorio negli arcipelaghi contesi di Paracel e Spratly e altri isolotti, trasformando barriere coralline in isole e costruendo tre piste d’atterraggio in grado di ospitare anche jet da combattimento.
(con fonti Ansa e Agi)
Foto Military-today, Xinhua e SCMP
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