News da Mosca
Un centro manutentivo per i Mi-8/17 in Serbia?
I tecnici di Russian Helicopters sono alle prese con uno studio di fattibilità relativo alla realizzazione di un servizio di assistenza tecnica sulla famiglia degli elicotteri Mil Mi-8/17 in Serbia.
La holding russa starebbe analizzando nel dettaglio la capacità della fabbrica di aerei Moma Stanojlovic tra le società locali più idonee allo scopo di poter effettuare un servizio di assistenza tecnica per le flotte di elicotteri serbi e dei vicini paesi europei che annoverano l’Hip (nome in codice NATO che rappresenta la famiglia dei Mi-8/17) tra le proprie forze armate.
Igor Chechikov, vice amministratore delegato per il servizio post-vendita di Russian Helicopters, ha dichiarato agli organi di stampa locali che: – “La nostra priorità è lo sviluppo attivo di programmi che forniscano il servizio post-vendita per gli elicotteri di fabbricazione russa civili e militari utilizzati in tutto il mondo”.
Secondo Chechikov, infatti, in Serbia e in altri paesi europei sono presenti numerosi elicotteri Mi-8/17 che richiedono interventi di riparazione e di aggiornamento; in tal senso delocalizzare un ennesimo centro MRO in Serbia (dopo quelli recentemente avviati e certificati da Russian Helicopters in America Latina, Africa e nell’Asia Pacifica) potrebbe costituire un ulteriore fattore di incremento delle vendite degli Hip che attualmente costituiscono per la loro innegabile elevata affidabilità, robustezza e facilità di riparazione un best seller di fama mondiale.
Dieci Ilyushin Il-76 ad una nazione asiatica
Il primo vice direttore di Ilyushin Aviation Complex Yury Yudin ha svelato ai media nazionali che la sua società ha consegnato otto aerei da trasporto Ilyushin Il-76 ad un paese asiatico.
Per via di accordi formali bilaterali siglati lo scorso anno il nome del paese non è stato rivelato, tuttavia Yudin ha aggiunto che l’ordine in questione riguarda un totale di dieci Il-76 e che le consegne degli ultimi due esemplari avverranno entro la fine dell’anno in corso.
Lo stesso cliente, ha concluso Yudin nel suo intervento, starebbe negoziando un ulteriore ordine per cinque esemplari dello stesso aereo.
Riteniamo altamente probabile che il contratto citato da Yudin sia stato sottoscritto in occasione del MAKS 2015 e che la nazione sottoscrivente possa essere l’Iran.
Programma ungherese per il rinnovo della flotta ad ala rotante
Secondo dichiarazioni fornite dal portavoce del Centro di Analisi del commercio di armi globale (CAWAT – Centre for Analysis of World Arms Trade) l’Ungheria potrebbe manifestare l’urgente fabbisogno per una trentina di elicotteri utility russi.
Di questo probabile contratto del valore di circa 142 miliardi di fiorini ungheresi (pari a 490 milioni di dollari) potrebbero averne discusso lo scorso mese il primo ministro ungherese Viktor Orban e il presidente russo Vladimir Putin.
Il portavoce ha sottolineato che il contratto tra i due paesi potrebbe essere firmato nell’immediato, poiché Budapest sta cercando da tempo di rinnovare la sua flotta di elicotteri Mi-8/17 dato che alcuni di essi sono in funzione dal 1969.
Nel 2014 infatti, come ampiamente riportato da Analisi Difesa, l’Ungheria si dotò di tre Mil Mi-8T revisionati per soddisfare un bisogno transitorio di velivoli ad ala rotante; allora tale soluzione ad interim costituì un rinvio del programma di acquisizione di moderni elicotteri.
Accordo sulla riduzione dei costi del caccia indo-russo FGFA
Secondo i media locali di Mosca e New Delhi, Russia e India hanno deciso di ridurre del 40% il costo del progetto congiunto del caccia di quinta generazione Sukhoi/HAL FGFA.
La spesa totale stimata del progetto nel 2008 era pari a 11 miliardi di dollari, cifra salita di un ulteriore miliardo negli anni successivi a causa dell’inflazione.
I recenti negoziati tra i delegati della Sukhoi e quelli della Hindustan Aeronautics Ltd. hanno raggiunto un reciproco accordo sul taglio dei costi del progetto che si sono così abbassati a 8 miliardi di dollari in un arco di tempo programmato pari a sette anni: i due paesi investiranno così per il caccia FGFA 1 miliardo di dollari per il primo anno di ricerca e sviluppo, e mezzo miliardo di dollari nel corso dei successivi sei anni.
Secondo il ministro della Difesa indiana Manohar Parrikar, il contratto deve essere tuttavia ancora esaminato e approvato dal comitato interno di gestione delle spese.
Ricordiamo che il Fifth Generation Fighter Aircraft (FGFA) è un caccia multiruolo di quinta generazione sviluppato congiuntamente dalla Federazione Russa e dall’India il cui accordo fu firmato il 18 ottobre 2007. Si tratta di un progetto specifico per la Forza Aerea indiana derivato dal Sukhoi T-50 e differisce da quest’ultimo principalmente per l’adozione di un abitacolo a due posti (seguendo molto similmente la filosofia del Su-30MKI indiano rispetto al suo derivato Su-30) e dall’adozione di armamento indiano. Buona parte dei rimanenti sistemi adottati saranno caratterizzati invece da un elevato livello di comunanza con quelli adottati dal caccia russo.
L’India prevede di realizzare 127 nuovi caccia presso lo stabilimento HAL con sede a Nashik.
Concluse le consegne dei 151 Mil Mi-17V-5 all’India
Sono state ultimate le consegne dei 151 elicotteri Mil Mi-17V-5 all’India da parte di Russian Helicopters.
Ricordiamo infatti che nel 2008 l’Aeronautica indiana acquistò 80 Mi-17V-5 per un valore complessivo di 1,34 miliari di dollari a cui fece seguito nel dicembre del 2012 un ulteriore ordine per 71 Mi-17V-5 del valore di 1,53 miliardi di dollari.
Benché annunciato lo scorso luglio un preliminare di compravendita per ulteriori 48 elicotteri e successivamente autorizzato dal Consiglio di acquisizione del Ministero della Difesa indiano (DAC), il contratto alla data odierna non è stato ufficialmente siglato, tuttavia secondo gli analisti militari locali è solo questione di pochi mesi poiché entro la fine dell’anno tale accordo potrebbe andare definitivamente in porto.
La richiesta in India di mezzi ad ala rotante della classe del Mi-17 come di altri velivoli continua ad essere estremamente sentita dai vertici militari locali. Il problema del rinnovamento di una flotta aerea di proporzioni gigantesche si scontra non solo con i normali problemi di bilancio economico ma anche con una capacità produttiva autoctona ancora non all’altezza delle aspettative.
Algeria: ordine definitivo dall’opzione per altri 8 Mi-26T2
Si concluderanno molto probabilmente entro la fine dell’anno in corso le consegne dei sei elicotteri da trasporto pesante Mil Mi-26T2 ordinati dall’Algeria nel giugno del 2013 poiché i primi due Mi-26T2 sono stati consegnati a giugno dello scorso anno, mentre altri due esemplari sono giunti presso la base aerea di Biskra lo scorso mese.
È interessante notare tuttavia che tale contratto comprendeva un’opzione per ulteriori 8 elicotteri dello stesso tipo e che, secondo quanto dichiarato dalla società Rostvertol, questo secondo ordine sarà portato a termine poiché Algeri lo ha convertito da tempo in ordine definitivo e, sempre secondo Rostvertol, le consegne di questa seconda tranche inizieranno a partire dal 2017, ovvero quando il primo ordine per sei esemplari sarà giunto a compimento.
I due accordi prevedono comunque, oltre alla consegna degli elicotteri, anche l’addestramento specifico dei piloti e dei tecnici algerini.
Sempre più variegata e marcatamente russa la flotta ad ala rotante dell’Algerian Air Force che annovera oltre ai Mi-26 di cui sopra anche 30 Mil Mi-24, 101 esemplari della famiglia dei Mil Mi-8/17/171, 42 elicotteri d’attacco Mil Mi-28 recentemente ordinati, 3 Ka-32 e, secondo alcuni analisti, volerebbero ancora 28 vecchi esemplari di Mil Mi-2, alcuni esemplari di Mil Mi-6 (che probabilmente saranno radiati col completamento delle consegne dei Mi-26) e qualche Mil Mi-4.
Svelato il nuovo Sukhoi Su-30SME
In occasione del salone aerospaziale Singapore Air Show, la società russa United Aircraft Corporation ha svelato la nuova versione da esportazione del caccia multiruolo Sukhoi Su-30SM.
Denominata Su-30SME, questa variante secondo le dichiarazioni del costruttore “condivide molti dei sistemi presenti sulla versione SM”, tuttavia non sono stati svelati ulteriori dettagli sulle caratteristiche che lo distinguono dal velivolo oggi in servizio con le aviazioni militari russe e kazakhe.
Secondo gli analisti occidentali, questa versione potrebbe costituire un’alternativa meno costosa e meno dotata della versione principale da cui deriva (e dunque con sistemi d’arma e radar declassati); scelta che potrebbe rivelarsi doppiamente ottimale non solo per paesi con budget destinati alla difesa più limitati, ma anche per quelle nazioni alle quali Mosca non desidera vendere prodotti tecnologici di punta.
Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli
Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.