Sondaggio: quanti fans del jihad in Gran Bretagna
Integrazione sempre più difficile per gli islamici in Europa. Un sondaggio effettuato in Gran Bretagna conferma infatti come ampie fasce della popolazione islamica rifiutino i principi di base della società liberale e libertaria occidentale (quella basata, per intenderci, sulla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo promulgata nel 1948 dalle Nazioni Unite) e addirittura sostengano o comunque non denuncerebbero i terroristi dello Stato Islamico infiltrati in Europa.
Come ha rilevato l’ANSA, fa discutere nel Regno Unito un sondaggio condotto nella comunità islamica dalla società demoscopica ICM presentato all’interno di un documentario di Channel 4 dal titolo ‘Che cosa i musulmani veramente pensano’, presentato da Trevor Phillips, ex presidente della commissione per l’eguaglianza razziale ed i diritti umani.
Il dato più eclatante è che solo il 34% degli intervistati sarebbe disposto a denunciare alla polizia un sospetto ‘foreign fighter’ coinvolto in azioni terroristiche jihadiste. In soldoni questo significa che per convinzione o convenienza i due terzi del campione di popolazione islamica residente in Gran Bretagna sostiene o comunque non contrasta la causa dello Stato Islamico.
Dal sondaggio emerge inoltre che il 52% dei musulmani intervistati ritiene che l’omosessualità dovrebbe essere illegale e per il 47% è inaccettabile che gay o lesbiche insegnino in una scuola.
Il 23% è a favore dell’introduzione della sharia in Gran Bretagna e il 4 per cento simpatizza con i terroristi suicidi, il 32% non condanna le violenze contro chi viene accusato di avere “offeso Maometto” e il 31% è a favore della poligamia.
”L’integrazione dei musulmani nel Regno Unito sarà probabilmente il compito più difficile che abbiamo davanti – ha detto Phillips – richiederà l’abbandono del multiculturalismo all’acqua di rose e l’adozione di un approccio all’integrazione molto più deciso”.
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.