Cinque anni fa l’uccisione di Osama Bin Laden (update)
(aggiornato il 3 maggio alle ore 2)
Per il quinto anniversario dell’uccisione di Osama Bin Laden ad Abbottabad, la Cia ha scelto di twittare gli eventi di cinque anni fa come se fossero in diretta. I tweet hanno rilanciato anche la famosa foto di Obama nella Situation Room della Casa Bianca. Nell’ultimo tweet si legge: “3,39. Osama Bin Laden trovato al terzo piano e ucciso”.
La Cia è stata però aspramente criticata sui social media per la decisione di realizzare il live-tweeting in differita di cinque anni, dell’operazione in cui venne ucciso Bin Laden. La Cia ha deciso di condividere i dettagli della missione e dell’operazione di intelligence che portò all’uccisione dell’uomo più ricercato d’America.
“Per celebrare il quinto anniversario dell’operazione Osama Bin Laden a Abbottabad twitteremo il raid (l’operazione “Neptune Spear”) come se avvenisse oggi. #UBLRaid”, ha reso noto la Cia prima di postare una serie di tweet sul blitz avvenuto nella notte tra l’1 e il 2 maggio 2011.
Ma le reazioni sono state per la maggior parte negative e la decisione è stata definita da un utente “grottesca e imbarazzante” anche se nessuno sembra voler dare peso ai tanti lati ancora oscuri di quel blitz e alla fretta con cui venne fatto scomparire il corpo di bin Laden, gettato in mare da una portaerei nell’Oceano Indiano secondo quanto reso noto da Washington.
Intanto il capo della Cia John Brennan ha dichiarato che eliminare il capo dello Stato Islamico, Abu Bakr al-Bagdadi, avrebbe “un impatto” importante sull’organizzazione jihadista. Brennan ha aggiunto: “Noi distruggeremo l’Isis, non ho alcun dubbio”.
Al Qaeda, oggi guidata dal medico egiziano Ayman al-Zawahiri (nella foto con bin Laden) continua comunque a essere “molto pericolosa” sia per la stabilità del Medio Oriente, in particolare in Siria, che per i Paesi occidentali, denunciano gli analisti ricordando che la rete è attualmente presente in 60 diversi Paesi, inclusi India e Bangladesh.
Al-Qaeda è in conflitto con l’IS non solo per il controllo di territori ma anche per la leadership del jihadismo.
L’organizzazione, spiega Scott Stewart, vice presidente della società di intelligence Strafor, in una intervista all’emittente canadese Cbc “è forse più forte ora che al momento degli attacchi dell’11/9″. Il pericolo che al-Qaeda pone “viene per certi versi sminuito, ma malgrado tutti gli sforzi per dimenticarsene, è riuscita a creare una mezzaluna della jihad’ che si estende dall’Africa occidentale all’Asia sud orientale”.
“Bisogna accogliere sempre con scetticismo le dichiarazioni secondo cui al-Qaeda sta per essere sconfitta, o che è irrilevante. Si è dimostrata davvero resiliente”, aggiunge Jeremy Littlewood, assistente alla cattedra di affari internazionali alla Carleton University di Ottawa.
“Molti jihadisti con alle spalle esperienza sono rimasti leali all’ideologia su cui si basa al-Qaeda, ovvero alla necessità di colpire i paesi occidentali e aprirsi la strada a livello locale in modo meticoloso prima di istituire un Califfato”, sottolinea.
L’Institute for the Study of War basato a Washington, in un recente rapporto, ha denunciato in modo esplicito che è stata posta in America troppa attenzione allo Stato Islamico mentre anche solo per rimanere in Siria, il gruppo affiliato ad al Qaeda, al-Nusra, si è fortemente sviluppato.
“Ha adottato un approccio molto pragmatico, ingraziandosi i locali e lavorando, laddove necessario, con altri gruppi più moderati, per raggiungere i suoi obiettivi, ovvero la sconfitta del regime siriano.
Invece di uccidere chi non è schierato con lei, in molti casi è riuscita a trasformare i suoi oppositori in alleati”, sottolinea Stewart.
“L’IS impone la sua volontà alla gente mentre al Nusra, in questi ultimi cinque anni, si è immersa nel tessuto sociale, condividendo il potere nei villaggi e nelle città, offrendo spazio ai locali piuttosto che costringendoli a comportamenti e leggi. Questo le ha conferito poteri che l’IS non ha”, spiega Charles Lister, autore del saggio “La jihad siriana: al Qaeda, l’IS e l’evoluzione di un’insorgenza”, in una intervista a Der Spiegel.
Lo stesso è riuscita a fare al Qaeda nella penisola arabica nello Yemen, per esempio con matrimoni di convenienza fra i suoi esponenti di spicco e discendenti di leader tribali.
(con fonti AGI, Adnkronos e Askanews)
Foto: AP, AFP, Reuters e internet,
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