COOPERAZIONE MILITARE ITALIA-SOMALIA
Public Policy – Poter sviluppare piani annuali e pluriennali che indichino le linee guida della cooperazione, in generale, e i dettagli delle singole attività da svolgere.
È questo l”obiettivo principale dell”accordo tra Italia e la Somalia, in materia di cooperazione nel settore della difesa (sottoscritto nel settembre 2013), contenuto in un disegno di legge di ratifica e esecuzione approvato in via definitiva, dal nostro Parlamento, ad aprile.
Secondo il relatore del ddl a Palazzo Madama, Alessandro Maran (Pd) “si tratta di un”intesa di grande rilevanza, anche per le prospettive future della Somalia, che è impegnata da anni, con il sostegno della comunità internazionale, nel consolidamento della realtà statuale e nella lotta contro gruppi terroristici, a partire dalla pericolosa componente islamista di al-Shabab.
L”accordo, come ha ricordato Maran, “intende incoraggiare, agevolare e sviluppare la cooperazione nel settore della difesa, sulla base del principio di reciprocità e in conformità con i rispettivi ordinamenti giuridici e gli impegni internazionali sottoscritti dai due Paesi”.
E prevede che sui piani annuali e pluriennali di cooperazione, gestiti da parte dei due ministeri della Difesa, possano effettuarsi consultazioni, alternativamente a Roma e a Mogadiscio, per stipulare accordi specifici e programmi di cooperazione.
Tra i principali campi della cooperazione vi sono: politica di sicurezza e difesa; ricerca e sviluppo; supporto logistico ed acquisizione di prodotti e servizi per la difesa; operazioni umanitarie e di mantenimento della pace; attività di contrasto alla pirateria e attività di sicurezza marittima; organizzazione e impiego delle Forze armate e strutture ed equipaggiamento di unità militari.
E la cooperazione potrà essere effettuata tramite: scambio di esperienze tra esperti, di personale di formazione e di studenti; visite e incontri tra rappresentanti delle istituzioni della difesa; partecipazione a corsi teorici e pratici organizzati presso organi civili e militari della difesa; partecipazione ad esercitazioni militari e a operazioni umanitarie e di mantenimento della pace; supporto ad iniziative commerciali relative a materiali e servizi per la difesa.
Per quanto riguarda lo status del personale italiano impegnato in attività in Somalia, sul piano giurisdizionale e fiscale, l”accordo stabilisce le modalità per la composizione delle controversie, prevedendo che il personale italiano abbia un generale obbligo di rispettare le leggi e le regole vigenti in Somalia ma si riserva al nostro Paese la giurisdizione esclusiva sul proprio personale, in riferimento a ogni fattispecie di reato eventualmente commesso sul territorio somalo.
Infine circa l”eventuale cessazione dell”accordo, si è stabilito che esso rimanga in vigore fino alla denuncia di una delle parti. Secondo il ddl di ratifica gli oneri economici riferibili a visite ufficiali e incontri operativi fra le rispettive delegazioni sono quantificati in circa 5mila euro ad anni alterni.
Se per il Pd si rafforza la lotta contro gruppi terroristici, a partire da al-Shabab, non tutte le forze politiche di minoranza si sono trovate d”accordo.
La Lega ha ritenuto la “finalità del provvedimento positiva” perchè “si possa cercare di impedire che vi sia un”immigrazione illegale e clandestina” e “si possa fare in modo che a quelle persone sia data la possibilità di continuare a crescere e a vivere in quelle aree, una volta stabilizzate”.
Per il M5s, invece “come al solito, in un lembo di terra d”Africa, tra i più poveri al mondo, si siglano accordi di fornitura di armi, con l”ennesimo esercito di facciata, addossando i costi al Paese ”beneficiario”, per difendere gli interessi dell”economia internazionale”.
E l”accordo, sottoscritto tra l”Italia ” i clan di turno, riguarda l”addestramento e la fornitura di armi all”esercito somalo, ad un governo appena uscito da una fase di transizione, senza avere la minima garanzia che il flusso di armi non cada nelle mani sbagliate o che rimanendo nelle giuste mani, non costituisca strumento di oppressione per il popolo somalo”.
Foto EUTM-Somalia
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