A SIRTE COMBATTONO ANCHE FORZE SPECIALI STATUNITENSI
Le forze speciali Usa stanno fornendo aiuto diretto, sul terreno alle forze che combattono l’Isis in Libia, nel tentativo di riconquistare la città di Sirte. E’ la prima volta che questo accade, come sottolinea il Washington Post che cita fonti americane e libiche.
Ad essere coinvolto per ora sarebbe un piccolo numero di militari che si sarebbe unito alle forze speciali britanniche già schierate sul campo. La notizia dell’operazione, mai resa pubblica dall’amministrazione Obama, arriva nel momento in cui molte sono le voci che sottolineano l’insufficienza dei raid aerei per vincere la resistenza dei militanti dell’Isis nella roccaforte di Sirte.
Le fonti citate dal Wp parlano di numerosi avvistamenti negli ultimi giorni di soldati americani e britannici insieme che trasportavano apparecchi radio e indossavano tute mimetiche e giubbotti antiproiettile.
Il loro ruolo sarebbe limitato per il momento ad azioni di sostegno delle truppe libiche locali, senza un coinvolgimento diretto nei combattimenti.
Secondo una fonte americana che ha fornito dettagli, gli americani hanno stabilito un centro operativo alle porte di Sirte con l’intenzione di appoggiare le milizie locali.
Robyn Mack, portavoce del Comando americano per l’Africa (Africom), ha spiegato che un numero limitato di soldati continuerà ad entrare e uscire dalla Libia per scambiare informazioni con le forze sul posto e il Pentagono aveva ammesso in giugno la presenza di un paio di dozzine di Berretti Verdi in Tripolitania e Cirenaica col compito di sorvegliare le azioni dei movimenti jihadisti.
Il presidente del Consiglio presidenziale libico di Tripoli, Fayez al Sarraj, ha annunciato che la durata dei raid aerei statunitensi su Sirte “spetta al suo governo, che ne deciderà i tempi in base agli sviluppi sul campo”.
Lo scrive il libico al-Wasat, riportando un’intervista di al-Sarraj all’agenzia russa Sputnik.
Almeno 8 i raid aerei statunitensi lanciati lunedì contro postazioni dell’Isis per un totale di 28 incursioni dall’inizio dell’ Operation Odyssey Lightning, il primo agosto, per lo più effettute dalla portaelicotteri da assalto anfibio USS Wasp (circa le operazioni a bordo guarda il videogirato sulla gemella USS Boxer).
L’Africa Command Usa ha reso noto che nei primi sette giorni gli attacchi aerei hanno preso di mira per lo più carri armati e mezzi blindati, depositi di munizioni mobili e lanciarazzi.
Ma scrivono alcuni media locali – per contrastare il fuoco aereo i combattenti islamici hanno cambiato tattica nascondendo i loro veicoli o cercando di rimanere fuori dal raggio di azione dei caccia e droni statunitensi.
A trarre vantaggio dai raid aerei – sia sul piano psicologico che tattico – sono le milizie di Misurata che si vedono aprire nuovi varchi strategici fra le rovine della città per poi colpire i jihadisti con l’obiettivo di arrivare quanto prima alla conquista del Centro Ouagadougou, divenuto la roccaforte dell’Isis a Sirte.
L’area è protetta da cecchini che dai tetti sparano indiscriminatamente e dalle numerose mine collocate per strada.
Nelle scorse ore le forze libiche dell’operazione “al-Bonyan al-Marsous” hanno pubblicato alcune foto sul loro account Facebook in cui hanno mostrato una sequenza dei “combattimenti per la liberazione totale del palazzo delle residenze e la messa in sicurezza dell’edificio.
Adesso le sale del Centro Ouagadougou e l’ospedale Ibn Sina sono sotto il fuoco dai nostri eroi. E’ iniziata la battaglia finale”.
Al di là dei toni propagandistici la campagna per la liberazione di Sirte si è rivelata più complicata del previsto ed è per questo che Washington ha nesso in campo cacciabombardieri Harrier, elicotteri Super Cobra, droni Reaper e forze speciali.
Lanciata ad inizio maggio dalle milizie provenienti in gran numero da Misurata, la canmpagna contro l’IS aveva segnato a giugno una svolta che sembrava decisiva con la conquista di alcuni quartieri e del porto di Sirte.
Nei loro bollettini giornalieri i miliziani hanno annunciato a più riprese che Sirte stava per cadere ma molti analisti ritengono che le forze libiche possano aver sottovalutato la resistenza dell’IS.
Foto: AFP, AP, Stato Islamico e US DoD
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