Agenti dell’Aise a Ghat per cercare gli italiani rapiti
La forze di sicurezza del consiglio municipale di Ghat soffrono di mancanza di mezzi, carburante e pneumatici per le vetture da deserto per poter cercare i tre tecnici della Con.I.Cos, due italiani (Bruno Cacace e Danilo Calonego) e un loro collega italo canadese (Frank Boccia) rapiti ormai una settimana or sono.
Lo ha detto una fonte della sicurezza di Ghat ripresa dal portale al-Wasat. Le stesse fonti hanno espresso “stupore per il disinteresse delle autorità di Tripoli a sostenere le istituzioni di sicurezza a Ghat” in questa vicenda, lamentando anche il fatto che non siano stati messi a disposizione mezzi aerei per le ricerche.
La città di Ghat sostiene i governo di conciliazione nazionale di Fayez al-Sarraj che ritiene il sequestro opera di al-Qaeda nel Maghreb Islamico, organizzazione terroristica che già in passato ha sequestro molti cittadini occidentali in Algeria e nel Sahel.
Una valutazione espressa da fonti militari di Tripoli ma condivisa anche dal governo rivale di Tobruk e dall’esercito del generale Khalifa Haftar anche se nessuna di queste fonti ha potuto o voluto fornire dettagli.
Le autorità di Ghat continuano invece a ritenere responsabile un gruppo di malavitosi locali ma tra i sospettati vi sono anche bande Tuareg e i criminali jihadisti del gruppo Morabitun.
Intanto il team dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (Aise) inviato dell’Italia ha svolto riunioni con i vertici delle autorità di Ghat.
Parte degli 007 sarebbe rientrata in Italia ma nella cittadina libica è rimasta una presenza italiana per seguire da vicino le fasi delle ricerche.
C’è poi un parallelo lavoro di diplomazia per ottenere collaborazione e supporto da parte del Governo di Tripoli e degli altri alleati nei tentativi di arrivare ad una soluzione del caso. Immagini fornite da droni potrebbero aiutare. In quell’area tribale del Fezzan non è facile trovare interlocutori affidabili.
(con fonte Ansa)
Foto Panoramio
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