AL VIA A FINE OTTOBRE L’ADDESTRAMENTO DELLA MARINA LIBICA
Il prossimo 24 ottobre sarà imbarcato il primo gruppo di 80 militari della Guardia Costiera per l’addestramento in mare messo a punto nell’ambito del nuovo mandato aggiunto dal Consiglio europeo all’Operazione Sophia nel Mediterraneo.
Lo ha annunciato ieri il comandante di EuNavFor Med, ammiraglio Enrico Credendino, nel corso del suo intervento davanti al gruppo degli eurodeputati dell’assemblea parlamentare dell’Unione per il Mediterraneo facendo il punto sull’ avanzamento della missione navale.
L’ammiraglio Credendino aveva firmato il 23 agosto a Roma l’accordo con la Guardia Costiera libica per l’addestramento del personale di Tripoli (nella foto sotto): attività che prenderà il via un mese dopo rispetto al previsto a causa dei ritaardi dei libici nel selezionare e segnalare il personale da addestrare.
Un altro gruppo di 4/500 membri della Guardia Costiera comincerà l’addestramento a terra in Grecia e a Malta. L’addestramento durerà 14 settimane e alla conclusione dovrebbe permettere la consegna delle 10 motovedette italiane (6 per la Guardia Costiera e 4 per la Marina) che permetteranno al governo libico di controllare meglio la costa.
Per quanto riguarda l’Operazione Sophia, l’ammiraglio Credendino ha specificato che per passare alle operazioni contro i trafficanti nelle acque territoriali libiche deve essere risolto il nodo giuridico della destinazione degli scafisti che vi verrebbero arrestati e che attualmente la Ue non può consegnare alla Libia.
Inoltre, in assenza di una mandato dell’Onu che autorizzi la flotta europea a muovere nelle acque libiche un’azione militare avrebbe la copertura giuridica solo se l’intervento venisse richiesto dal governo riconosciuto di Tripoli, quello guidato da Fayez al-Sarraj che però non lo ha mai chiesto
In realtà il fatto stesso che dalla Libia, Paese i cui deboli organismi governativi non hanno il controllo del territorio e delle coste, si sviluppa una minaccia diretta alla sicurezza dell’Italia e dell’Europa renderebbe attuabili azioni militari di contrasto quali l’attacco ai trafficanti e il respingimento degli immigrati illegali.
Attività che secondo il comando dell’Operazione Sophia costituiscono tra un terzo e la metà del PIL della Tripolitania coinvolgendo quindi anche milizie e tribù che sostengono il governo di al-Sarraj.
Del resto per ragioni legate alla sicurezza nazionale e alla lotta a terroristi Stati Uniti, Egitto e Algeria hanno effettuato negli ultimi anni addirittura incursioni militari in territorio libico, senza chiedere il permesso all’Onu.
L’urgenza di un’azione decisa che fermi i flussi migratori verso l’Italia è stata confermata anche negli ultimi due giorni che hanno visto le navi militari italiane, europee e alcune navi civili sbarcare in Italia 11mila immigrati clandestini (quasi 170 mila dall’inizio del 2016 che sarà senza dubbio l’anno record per gli sbarchi in Italia di immigrati illegali) che in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati non hanno alcun titolo per essere accolti.
Foto: Marina Militare, Eunavfor Med e Reuters
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