LA SLOVENIA CHIEDE AIUTO AGLI USA PER LA CYBER SECURITY
La Slovenia ha chiesto aiuto agli Stati Uniti per incrementare le capacità cyber security e proteggersi dagli attacchi hacker. A fine settembre una delegazione del ministero della Pubblica amministrazione del paese europeo, guidata dallo stesso vicepremier e ministro Boris Koprivnikar è volata in Colorado per incontrare i vertici dellaGuarda Nazionale (CNG) e discutere di cooperaziione nella sicurezza informatica.
Nel corso della tavola rotonda le parti hanno stabilito di scambiarsi e condividere le rispettive esperienze sui big data, sulla costituzione di una cornice di regole legata alla cyber security e sul trasferimento di tecnologia ed esperienze tra gli ingegneri della sicurezza e informatici dei due Stati.
Per Lubiana l’obiettivo è utilizzare l’expertise dei militari statunitensi per creare un proprio sistema di cyber security efficace ed efficiente.
L’esercito di Lubiana (che nella nazione ha la leadership del settore) partecipa alle esercitazioni cyber della Nato ma la Slovenia ha guardato subito alla Guardia Nazionale del Colorado in ambito cyber security perché la cooperazione tra le due forze militari è in atto da ormai 25 anni e perché la CNG ha esperienza riconosciuta nel settore.
Proprio in Colorado ha sede il National Cyber Security Intelligence Center, a cui il Pese europeo guarda come modello su cui costruire la propria infrastruttura nazionale prevista in base alla Strategia nazionale slovena annunciata nel febbraio di quest’anno.
Documento che spiega come oggi le capacità operative di risposta alle minacce informatiche (cyber threats) sono distribuiti tra il SI-CERT (Il team di risposta rapida nazionale), il centro per gli incidenti delle reti, il direttorato IT del ministero della Pubblica amministrazione, la sezione del dicastero della Difesa per la protezione dai disastri naturali e di altro tipo, l’agenzia d’intelligence slovena (Sova) per le attività di counter-intelligence e la polizia con l’Ufficio per l’IT e le telecomunicazioni, nonché il Direttorato anticrimine (in particolar modo il Centro per le indagini informatiche).
Il problema, però, è che a parte la polizia (che negli ultimi cinque anni ha incrementato le capacità d’indagine e di prevenzione dei cyber crime), le altre istituzione slovene preposte alla cyber security sono carenti di personale, materiale, risorse tecniche e organizzazione.
Inoltre, nonostante esistano buone capacità a livello operativo, queste mancano di un coordinamento a livello strategico. Ed è su questo che Lubiana sta lavorando, chiedendo sostegno agli Stati Uniti e soprattutto alla Guardia Nazionale del Colorado.
Non solo sul versante organizzativo, ma anche su quello del quadro giuridico. Le minacce e gli attacchi, infatti, incombono: secondo il Cert nel 2014 sono stati gestiti 2.060 incidenti, circa 6,4 volte il numero di quelli avvenuti nel 2008, e il loro numero è destinato a salire.
Sia per un’esplosione di criminalità informatica sia a opera di hacker sponsorizzati da nazioni ostili.
Per questo la Slovenia si è data un obiettivo ambizioso: avere operativo entro il 2020 un sistema di “cyber security assurance”, in grado di prevenire ed eliminare gli incidenti legati alla sicurezza informatica.
In particolare il documento strategico di Lubiana punta a:
– rafforzare il quadro legislativo legato alla materia
– garantire la sicurezza dei cittadini e quella dell’economia nel cyber spazio
– proteggere le infrastrutture critiche e contrastare il cyber crime
– sviluppare capacità di difesa informatica
– far sì che i sistemi chiave IC possano operare in sicurezza in caso di grandi disastri naturali e di altro tipo
– rafforzare la cyber security nazionale attraverso la cooperazione internazionale.
Foto: STA, Governo Sloveno, US Eucom, Colorado National Guard
Francesco BussolettiVedi tutti gli articoli
Nato a Roma nel 1974, lavora all'agenzia di stampa Il Velino. E' inviato di guerra embedded dal 2003, quando partecipò alla missione Antica Babilonia con l'Esercito Italiano in Iraq. Ha coperto sul campo anche i conflitti in Afghanistan (Enduring Freedom e Isaf) e Libano (Unifil), nonché quelli in Corno d'Africa (Eritrea, Etiopia e Somalia) e le principali attività della Nato al fianco delle forze armate di diversi paesi. E' ufficiale della Riserva Selezionata dell'Esercito, specialista Psy-Ops, e tra il 2012 e il 2013 ha prestato servizio a Herat nell'RPSE. Attualmente si occupa in particolare di cybersecurity.