In Bosnia aumenta l’influenza islamica

di Nadira Sehovic – ANSA
Sarajevo – Milioni di petrodollari provenienti da Paesi arabi vengono investiti negli ultimi tempi in Bosnia nel turismo, settore che ha registrato una crescita del 20% negli ultimi due anni. E nei dintorni di Sarajevo spuntano, immersi nel verde e rinfrescati da corsi d’acqua a poca distanza dall’aeroporto e dal centro storico della capitale bosniaca, resort di lusso, complessi residenziali chiusi, lussuosi alberghi con mega centri commerciali, ospedali, campi sportive. Il tutto destinato ai turisti arabi.

Grazie ai capitali dei paesi del Golfo, a cominciare da Kuwait e Emirati, sono attualmente in corso di realizzazione cinque grossi progetti che prevedono la costruzione, oltre ad alberghi e grandi condomini, di villaggi turistici con più di 1.500 ville lussuose. Molto più numerosi sono terreni e case che gli arabi hanno acquistato individualmente, grazie ai sempre più attivi agenti immobiliari locali, con il totale dei turisti arabi che è cresciuto complessivamente quest’anno del 200%.

Nel centro storico di Sarajevo gli arabi sono i visitatori più numerosi, e le donne di regola portano il niqab, il velo integrale nero: riempiono le botteghe degli artigiani che vendono i souvenir tradizionali, invadono caffè e ristoranti, molti dei quali hanno il menu stampato anche in arabo e spesso, per adeguarsi alla nuova e ricca clientela, non offrono più gli alcoolici.

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Non pochi ristoratori e artigiani, però, accusano i turisti arabi di essere arroganti e boriosi. Inoltre, sebbene metà della Bosnia sia musulmana, l’accresciuta presenza di wahabiti (seguaci della ultraconservatrice scuola saudita), provoca generale allarmismo e preoccupazione tra la gente, musulmani compresi, perché potrebbe contribuire alla radicalizzazione di una parte della locale comunità islamica.

Nei giorni scorsi, il noto accademico bosniaco musulmano Esad Durakovic ha dichiarato che nella Federazione Bh (entita’ a maggioranza croato-musulmana di Bosnia) si stanno vendendo agli arabi migliaia di ettari di terreni di grande valore, e che si tratta di un progetto internazionale per creare una “musulmania”.

Il problema principale è la difficoltà di accertare con precisione quanti sono gli arabi che hanno una casa in Bosnia e di tenere sotto controllo i loro spostamenti. Secondo la stampa, sarebbero 40.000 gli abitanti arabi di Sarajevo. Un altro problema è rappresentato dal fatto che, secondo le leggi locali, cittadini stranieri come persone fisiche possono possedere immobili in Bosnia in base alla reciprocità, come nel caso dei cittadini di quasi tutti i paesi europei, mentre quelli dei paesi arabi, per mancanza di reciprocità, non hanno questa possibilità se non registrando una società in Bosnia.

Sono così nate grandi compagnie registrate in Bosnia che acquistano diversi immobili e poi li danno formalmente in affitto per un lungo periodo, oppure piccole società fondate al solo fine di acquistare un immobile.
Da due settimane le autorità stanno conducendo, per la seconda volta, un’operazione di controllo di circa 700 società, di cui 300 sono risultate fittizie, e 16 villaggi turistici in tutto il territorio bosniaco. I dettagli, è stato annunciato, saranno resi noti fra pochi giorni.

Foto: Reuters e AFP

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