Un Cyber Command per l’India

di Stefano Mele

Agli inizi di dicembre, come ormai da tempo ciclicamente accade, si sono rincorse voci sui media indiani della imminente costituzione del primo Cyber Command , teso ad unificare e concentrare gli sforzi delle singole Forze Armate per contrastare e mitigare al meglio le sempre più pressanti minacce alla sicurezza nazionale provenienti dal cyber-spazio.

Nonostante questo progetto sia in cantiere sin dal 2010, i tempi non paiono essere ancora maturi e l’attuazione di questo importantissimo obiettivo, che allineerebbe l’India alle altre principali nazioni sia in ambito regionale che globale, pare inspiegabilmente diluirsi ancora una volta nel tempo. Ciò, peraltro, nonostante il recente nuovo inasprirsi delle tensioni tra India e Pakistan sia sfociato più volte anche in ondate di attacchi informatici mirati ai sistemi governativi indiani.

Del resto, con oltre 460 milioni di utenti su Internet nel 2016, ovvero il 34,8% della popolazione, ed una crescita di circa 100 milioni di nuovi utenti all’anno, l’India non può e non ha mai potuto ignorare il problema della sicurezza cibernetica.

Nuova Delhi appare essere al momento ancora particolarmente indietro rispetto agli altri Paesi nella pianificazione politico-strategica di questo settore e soprattutto nell’attuazione di quanto delineato nella sua cyber – strategy del 2013.

Infatti, seppure i ben 14 pilastri strategici della National Cyber Security Policy indiana, pubblicata nel 2013 e non ancora aggiornata, avessero posto le basi in maniera corretta e lungimirante per lo sviluppo del settore sia a livello di sicurezza nazionale, che di contrasto alle attività criminali, così come di incremento della conoscenza di queste problematiche da parte

dei cittadini, la sua successiva attuazione, dopo ben tre anni, risulta ancora lontana dalla maggior parte di questi obiettivi.

Inoltre, anche la creazione nel dicembre del 2014 della figura del Coordinatore Nazionale per la Sicurezza Cibernetica non è riuscita ad incidere sul piano politico come ci si sarebbe aspettati. Infatti, nonostante i pregevoli sforzi messi in campo finora per il contrasto al crimine informatico, è mancata quella giusta accelerazione del processo di riforma e raccordo istituzionale auspicato dalla cyber – strategy indiana e indispensabile per far fronte alle minacce cibernetiche in maniera efficiente ed efficace.

In conclusione, la mancanza di un approccio olistico al problema della sicurezza cibernetica, che metta a fattor comune gli sforzi dei singoli attori istituzionali e del mondo privato disegnando un’architettura istituzionale coerente e lineare con gli obiettivi, rappresenta senz’altro il principale terreno su cui il governo indiano è chiamato oggigiorno ad intervenire con urgenza e soprattutto con una visione prospettica.

Cyber Strategy & Policy Brief

Immagine Firangi in India

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