THAAD: le ritorsioni economiche cinesi contro Seul
Boicottaggio dei prodotti sudcoreani, turisti espulsi dagli alberghi: il governo cinese insiste con aggressive politiche di ritorsione in risposta alla decisione di Seul di schierare il sistema di difesa antimissile THAAD provocando gravi danni all’economia sudcoreana.
Nel luglio scorso, Seul ha accettato di installare un sistema di difesa anti missili balistici statunitense Terminal High Altitude Area Defense (THAAD), come deterrente alla minaccia nucleare della Corea del Nord. Pechino ha denunciato con forza il dispiegamento, affermando che il radar ad alta potenza del Thaad sarà utilizzato anche per spiare lo spazio e le forze militari cinesi. Fonti militari di sudcoreane affermano che lo schieramento potrebbe essere completato presto e il sistema potrà essere operativo già in aprile.
Come risposta, la Cina ha applicato a vari livelli numerose misure contro la Corea del Sud, colpendo l’economia di Seul in diversi ambiti. Un sondaggio del 12 marzo scorso rileva come la maggior parte delle attività sudcoreane nel settore culturale, turistico e della vendita al dettaglio risentono delle tensioni tra i governi di Pechino e Seoul.
Secondo l’indagine condotta dalla Korea International Trade Association (Kita) su 597 imprese in questi settori, il 56,2 per cento degli intervistati dichiara che le ritorsioni economiche cinesi hanno già “influenzato negativamente” le loro imprese. Il 32,9 per cento risponde che risentiranno delle dure misure da parte della Cina nei prossimi tre mesi.
Lo scorso 28 febbraio, Seul ha perfezionato un accordo con il gigante sudcoreano della vendita al dettaglio Lotte Group per lo stazionamento di una batteria del THAAD su un campo da golf in una contea sud-orientale di Seongju (nel centro-sud del Paese).
In risposta, l’agenzia cinese di Stato per il turismo ha vietato la vendita di pacchetti turistici per la Corea del Sud e frenato la crescita di voli con destinazioni sudcoreane. Seul è preoccupata che il turismo locale sia la più grande vittime della controversia.
Lo scorso anno, i turisti cinesi hanno rappresentato quasi la metà di circa 17,2 milioni di stranieri che hanno visitato la Corea del Sud. Secondo la Korea Tourism Organization, nel 2016, il 44 per cento di circa 8,1 milioni di viaggiatori cinesi in entrata ha utilizzato pacchetti turistici di gruppo e speso circa 2 mila euro per ogni individuo.
Lotte Group ha rivelato che più della metà dei suoi ipermercati che operano in Cina sono stati costretti a chiudere in via temporanea per le osservazioni delle autorità cinesi in materia di sicurezza antincendio mentre almeno 55 dei suoi 99 negozi presenti in Cina sono stati chiusi.
Il boicottaggio ha riguardato anche la cultura. Sin da ottobre scorso infatti, le autorità cinesi hanno vietato alle televisioni di trasmettere gli spettacoli di musicisti e artisti sudcoreani.
Nel suo ultimo rapporto, Credit Suisse prevede che la Corea del Sud subirà circa 7 miliardi di euro in perdite, ovvero un calo del 0,53 per cento su base annua del suo Pil. In un altro rapporto, la NH Investment & Securities Co. dichiara che la crescita della Corea del Sud rallenterà di 0,25 punti percentuali, qualora le esportazioni di beni di consumo in Cina si riducessero del 20 per cento su base annua e il numero di turisti cinesi diminuisse del 20 per cento. L’IBK Economic Research Institute prevede uno scenario peggiore.
Le perdite derivanti dalle tensioni sino-coreane potrebbero ammontare a fino a 17 mila miliardi di won (circa 14 miliardi di euro), con il tasso di crescita rallentato di 1,07 punti percentuali.
(con fonte Asianews)
Foto Lockheed Martin
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