Un progetto per valorizzare gli elicotteri militari dismessi

Le forze armate e le pubbliche amministrazioni dello stato spesso si trovano ad affrontare il problema del surplus dei mezzi che hanno in dotazione e tra questi non fanno davvero eccezione gli elicotteri. Le macchine ad ala rotante sono la spina dorsale di molte amministrazioni che le impiegano in modo intensivo ma quando vengono dismesse dispongono ancora di un minimo di vita operativa.

Vengono quindi dichiarate “fuori servizio” anche se spesso risultano sostanzialmente “fuori uso”, macchine che vanno ad alimentare una sorta di cimitero degli elefanti ma che potrebbero tornare ancora utili per utenti, ad esempio, con budget limitati. Cosa fare di queste macchine – specie quelle militari – nell’ottica del perseguimento dell’obiettivo di economicità e razionale utilizzo delle proprie risorse?

Se sommiamo le macchine militari a quelle di altre pubbliche amministrazioni, si parla di 400-500 piattaforme per le quali sarebbe ragionevole pensare ad un futuro di riutilizzo attraverso un processo di valorizzazione, appunto, che sicuramente avrebbe ricadute positive visto che si perseguirebbe il duplice obiettivo di minimizzare il numero di elicotteri inutilizzati e di contenere gli oneri di gestione e manutenzione degli stessi.

L’Agenzia Industria Difesa (AID) ha avvertito questa necessità ed ha varato un progetto che è stato presentato lo scorso 15 giugno proprio per la valorizzazione degli elicotteri delle forze armate e delle pubbliche amministrazioni dichiarati fuori servizio puntando al coinvolgimento delle aziende nazionali specializzate nell’esecuzione delle attività industriali manutentive, in vista della cessione – a titolo oneroso –dei mezzi a soggetti terzi in ambito militare e/o civile con il conseguente aumento del corrispondente valore di mercato.

L’elicottero che dispone ancora di una certa vita operativa residua potrebbe ancora trovare una adeguata collocazione sul mercato con benefici sia per l’ente cedente che per il nuovo utente. In data 2 marzo 2016 l’AID ha pubblicato “un invito a manifestare interesse per la collaborazione nella valorizzazione di aeromobili ad ala rotante delle forze armate e altre pubbliche amministrazioni” allo scopo di selezionare uno o più operatori economici quale partner tecnico, economico e commerciale in grado di facilitare da solo o con il supporto dell’AID tutte le attività connesse alla valorizzazione delle piattaforme in questione.

elicottero-mm-sh-3d

In un pamphlet venivano indicate macchine come AW-109, AB-412, AB-206 (i più numerosi), AB-212 e NH-500. Il progetto AID, a fronte di una crescente disponibilità di mezzi radiati e con una cessione delle macchine nello stato in cui si trovano che spesso non è vantaggiosa per il cliente, prevede di rispondere alle esigenze del mercato con un processo industriale e certificativo; valorizzazione delle flotte governative con il coinvolgimento delle primarie aziende nazionali; selezionare una rete di aziende specializzate nelle attività di rimessa in servizio/smantellamento di elicotteri portandoli a valore.

La rimessa in servizio deve tenere conto dello stato della macchine, eliminazione di equipaggiamenti non richiesti o non cedibili e in estrema analisi anche l’immissione sul mercato di parti di rispetto che potrebbero avere un indotto non indifferente.

Il ritorno sul mercato non è semplice per tutte le macchine come è stato fatto notare per l’HH-3F dell’Aeronautica Militare o per gli SH-3D della Marina Militare ma si tratta di avviare l’operazione ed il progetto prenderà vita come ha sottolineato il direttore generale dell’AID Anselmino.

I benefici che ne deriveranno, perché il progetto richiede i suoi tempi, saranno racchiusi nei concetti di valorizzazione degli elicotteri radiati, bonifica materiali pericolosi, recupero in aree stoccaggio e controprestazioni in beni e servizi facendo “sistema” con le primarie aziende italiane puntando a un incremento delle attività produttive e all’espansione sui mercati internazionali. Le aziende selezionate oltre a Leonardo sono Babcock MCS Italia, ElitalianaMaintenance e Mecaer Aviation Group.

Foto AvEs e Marina Militare

Federico CerrutiVedi tutti gli articoli

Nato a Roma, dove risiede e lavora, ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1965 con la rivista Oltre il Cielo occupandosi di spazio sia civile che militare e con la testata Ali Nuove. Nel 1971 ha iniziato a lavorare con Alata e dal 1979 con Difesa Oggi della quale divenne caporedattore lavorandovi fino al 1998. Ha collaborato con Rivista Aeronautica, il quotidiano Europa, il Centro Militare Studi Strategici (Cemiss) e svolto alcune attività con il SIOI. Dal 2001 è defence editor di Analisi Difesa.

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