Nuove sanzioni Usa all’Iran per i missili balistici e il supporto al terrorismo

AsiaNews – Sale la tensione fra Iran e Stati Uniti, in seguito alla decisione presa ieri da Washington di comminare nuove sanzioni a Teheran per il programma di missili balistici e per il sostegno degli ayatollah a organizzazioni considerate “terroriste” negli Usa. Nel mirino del Dipartimento di Stato americano 18 “enti” o “individui”, che a vario titolo avrebbero sostenuto il piano di sviluppo degli armamenti o garantito aiuti al governo siriano o a movimenti come Hezbollah e Hamas.

Nella nota il governo degli Stati Uniti conferma la “profonda preoccupazione” per le “attività maligne” dell’Iran in Medio oriente, che finiscono per “minare la stabilità, la sicurezza e la prosperità della regione”. Per gli Usa la Repubblica islamica “continua a sostenere gruppi terroristi come Hezbollah, Hamas e il jihad palestinese”, oltre che “il regime siriano di Assad” a dispetto delle “atrocità commesse contro il suo popolo”.

Per gli Stati Uniti il governo iraniano è inoltre responsabile del perpetrarsi della guerra in Yemen, per il rifornimento di armi e mezzi ai ribelli Houthi in lotta contro il governo sostenuto dall’Arabia Saudita.

Immediata la replica di Teheran all’annuncio di nuove sanzioni americane: secondo quanto riferisce l’agenzia ufficiale Irna, il ministero iraniano degli Esteri si scaglia contro “l’atto improprio” degli Stati Uniti che “impone sanzioni illegali” e annuncia “proprie sanzioni” contro Washington. Nel mirino “cittadini americani o gruppi” che hanno agito “contro il popolo iraniano e altre popolazioni musulmane della regione”. Il generale Amir Ali Hajizadeh, capo del dipartimento aerospaziale e responsabile del programma missilistico dei Guardiani della rivoluzione, punta il dito contro “gli americani” che vogliono “indebolire le capacità e la forza del regime islamico”. “Proponiamo – aggiunge – azioni reciproche che avranno un prezzo sempre più alto”.

L’annuncio di nuove sanzioni statunitensi giunge a poche ore dalla nota della Casa Bianca, la quale ha ammesso che la Repubblica islamica “sta rispettando” gli impegni presi nel contesto degli accordi sul nucleare, come già affermato nell’ottobre scorso dagli esperti Aiea. Dopo anni di embargo, nel 2015 l’Iran ha ottenuto un parziale alleggerimento delle sanzioni economiche dell’Occidente, in cambio dell’accordo sul controverso programma atomico. Esso prevede il taglio delle centrifughe per “arricchire” l’uranio – capaci in linea teorica di creare la bomba – da 19mila e un totale di 5mila. A questo si unisce un rafforzamento delle ispezioni degli esperti indipendenti Onu. Gli accordi resteranno in vigore per almeno 10 anni. Viene fissato anche un limite alle scorte di uranio, che devono restare sotto i 300 chili per i prossimi 15 anni.

L’intesa è stata accolta in maniera positiva dalla maggioranza della comunità internazionale, tranne qualche posizione critica, fra cui Israele e il Congresso americano. Gli Stati Uniti hanno mantenuto in vigore tutta una serie di sanzioni per il programma di missili balistici di Teheran, oltre che per il sostegno [armato] a movimenti sciiti in Medio oriente. Tra questi Hezbollah in Libano, il governo di Damasco in Siria e gli Houthi “ribelli” in Yemen (DS).

Foto IRNA

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