L’importanza della base di Gibuti per la Cina

Alla fine del mese di novembre 2017, dopo 38 anni di rapporti diplomatici, Cina e Gibuti hanno concordato di stabilire un partenariato strategico per ampliare la cooperazione in tutti i settori.

Durante la visita a Pechino del Presidente di Gibuti (foto sotto), il presidente cinese Xi aveva dichiarato che la Cina accoglie favorevolmente la partecipazione del piccolo paese del Corno d’Africa nella costruzione della “Belt and Road Initiative” (Nuova Via della Seta) ed è pronta ad avanzare la cooperazione sui progetti infrastrutturali tra cui ferrovie, porti, approvvigionamento idrico, gasdotti, costruzione di un’area di libero scambio e cooperazione in agricoltura. Dopo i colloqui, i due paesi hanno firmato accordi sulla cooperazione economica, tecnica e agricola.

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Oltre a Gibuti anche Egitto e Kenya sono inclusi nel progetto della “Nuova Via della Seta” (vedi la mappa sotto). La scelta di questi Paesi si basa oltre che su considerazioni geografiche anche su quelle logistiche, economiche e politiche.

Gibuti è un piccolo stato del Corno d’Africa con oltre 900.000 abitanti. Considerato una rara oasi di stabilità nell’area grazie alla sua posizione può favorire il commercio con un terzo del continente africano.

Il suo porto è posto all’ingresso del Mar Rosso e del Canale di Suez, su una delle rotte marittime più trafficate del mondo. Questa rotta è di fondamentale importanza per la salute dell’economia mondiale visto che 20.000 navi, e un non trascurabile 20 per cento delle esportazioni mondiali, vi passano attraverso, ogni anno.

Il Corno d’Africa, si trova all’intersezione di importanti passaggi marittimi tra cui Bab-el-Mandeb e il Golfo di Aden, vitale per il flusso di petrolio e le esportazioni cinesi e dove le grandi potenze competono per ottenere una base militare.

Cina

Si tratta di una vasta area devastata da instabilità politica e da guerre, come quella in Yemen. Ciononostante, Pechino, come altre potenze, comprende l’importanza geopolitica della regione e ne ha fatto il punto focale delle sue prime operazioni militari all’estero.

La Cina inizialmente si era unita a una forza navale internazionale anti-pirateria e più recentemente ha stabilito la sua prima base militare all’estero a Gibuti, un paese che ospita già strutture militari statunitensi, italiane, francesi, saudite e giapponesi.

La base cinese di Gibuti sarebbe in grado di ospitare fino a 10.000 soldati e servirebbe a garantire i notevoli e crescenti interessi di Pechino in tutta la regione oltre a proteggere le navi cinesi conducendo missioni antipirateria.

china-us-djibouti-baseOltre a servire da hub logistico, consentirà ai cinesi di “estendere la loro portata”. La presenza militare della Cina nel continente africano, è di circa 2mila soldati, (700 in Sud Sudan e altri nella Repubblica Democratica del Congo, in Mali, in Liberia e in Sudan) schierati in missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite.

Il governo cinese ha comunque affermato che il loro impegno non prevede “l’espansione militare”.

Pechino è determinata a migliorare le capacità di proiezione delle sue forze navali ed è pronta a proteggere i suoi crescenti interessi e diritti oltremare, in particolare le rotte internazionali essenziali per il commercio cinese e il fabbisogno energetico.

La task force navale cinese nel Golfo di Aden consiste generalmente in due fregate lanciamissili e una nave di rifornimento con due elicotteri imbarcati e circa 700 militari, tra cui dozzine di uomini delle forze speciali.

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Recentemente La 28a task force inviata dalla flotta della Marina cinese è arrivata nel Golfo di Aden (il 23 dicembre) per avvicendare le unità già presenti. Le fregate Yancheng e Weifang e la nave di rifornimento Taihu, salpate da Qingdao il 3 dicembre, durante il viaggio hanno effettuato esercitazioni per prepararsi al meglio alla missione di scorta

Da rilevare inoltre che nell’ambito della modernizzazione della flotta la Cina sta producendo navi da guerra in rapida sequenza che assumeranno un ruolo sempre più importante nelle forze armate del paese.

Il primo cacciatorpediniere lanciamissili di nuova generazione, di costruzione cinese, classe Type 055 da 10.000 tonnellate, potrebbe essere presto in servizio in missioni nel Mar Cinese Meridionale e nell’Oceano Indiano.

La Cina, oltre alla sua nuova base navale, sta finanziando importanti progetti infrastrutturali a Gibuti, compresi i collegamenti di trasporto per i mercati chiave della vicina Etiopia, priva di sbocco sul mare.

Foto: Xinhua e South China Moirning Post, Reuter e News CN

Nato a Cassino nel 1961, militare in congedo, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali. Si occupa di Country Analysis. Autore del Blog 38esimoparallelo.com, collabora con il Think Tank internazionale “Il Nodo di Gordio”. Alcuni suoi articoli sono stati pubblicati su “Il Giornale.it", “Affari Internazionali”, “Geopolitical Review”, “L’Opinione”, “Geopolitica.info”.

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