L’Iran pronto a riprendere l’arricchimento dell’uranio, l’Europa contro Trump
Adnkronos/Aki – L’Iran è pronto a riprendere le attività di arricchimento dell’uranio “su scala industriale” e “senza alcuna restrizione” dopo l’uscita degli Stati Uniti dall”accordo sul suo programma nucleare. E’ quanto si legge in una nota del governo iraniano diffusa dal ministero degli Esteri e rilanciata su Twitter dal capo della diplomazia della Repubblica islamica, Mohammad Javad Zarif.
Nel comunicato del governo iraniano si critica il ritiro “illegale” del presidente Donald Trump dal Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), sottolineando che arriva alla fine di “lunghe e persistenti violazioni di quest’accordo da parte degli Stati Uniti, in particolare dopo l’entrata in carica di questa nuova Amministrazione estremista. Gli insulti assurdi di Trump contro la grande nazione iraniana indicano l”estensione della sua ignoranza e follia”.
Teheran invita quindi gli altri paesi firmatari dell”intesa, in particolare i tre europei (Francia, Gran Bretagna e Germania), ad adottare misure tali da “salvaguardare l”accordo e attuare i loro impegni – che si sono dimostrati incapaci di assolvere pienamente anche mentre gli Stati Uniti erano nominalmente nell’accordo, a causa degli ostacoli posti dall”Amministrazione Trump”.
“Nessuno dei termini o delle disposizioni nel Jcpoa, che sono stati oggetto di 12 anni di negoziati, sono negoziabili in alcun modo – si sottolinea nel comunicato.
Gli Stati Uniti, che attraverso la loro interferenza e le loro politiche errate hanno fomentato estremismo, terrorismo, distruzione, guerra e uccisioni di bambini nella nostra regione, non sono nella posizione di imporre alcun diktat sulla presenza legale della Repubblica Islamica dell”Iran all’interno della propria regione né sul suo sostegno ai popoli della Siria e dell”Iraq nel loro sforzo di combattere gli estremisti”.
L’Iran “non può fidarsi degli europei” dopo la decisione di Donald Trump di ritirarsi dall’accordo sul nucleare iraniano e ripristinare le sanzioni contro la Repubblica Islamica. Lo ha detto l’ayatollah Ahmad Khatami, che ha guidato la preghiera del venerdì a Teheran. Nel suo intervento trasmesso dalla tv di Stato iraniana, Khatami ha sostenuto che “euanto ai firmatari europei, non possiamo più fidarci di loro, non possiamo fidarci dei nemici dell’Iran”.
L’intesa è stata sottoscritta nel 2015 da Teheran con i Paesi del ”5+1” (Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia e Usa più la Germania). Dopo l’annuncio di Trump sul ritiro degli Usa, i Paesi europei hanno confermato l’impegno nei confronti dell”accordo.
La decisione del presidente Trump di ritirarsi dall”accordo sul nucleare iraniano “danneggia la fiducia nell’ordine internazionale” ha dichiarato la cancelliera tedesca Angela Merkel. Pur riconoscendo che l’intesa firmata nel 2015 è lungi dall’essere perfetta, Merkel ha tuttavia ribadito di essere contraria alla scelta di Trump. “Ritengo non sia giusto che un accordo raggiunto, sul quale si è votato in seno di Consiglio di Sicurezza e che è stato approvato all”unanimità, debba essere unilateralmente disatteso”.
Più duro il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire secondo il quale “l’Europa deve dotarsi di strumenti per difendere i propri interessi economici. Che cosa vogliamo essere? Vogliamo essere i vassalli degli Stati Uniti che obbediscono senza fiatare? Vogliamo che gli Usa siano il gendarme economico del pianeta?” ha detto ai microfoni della Radio Europe 1 il ministro facendo appello a “una sovranità economica europea”.
Per Le Maire bisogna “difendere gli interessi economici europei” e per farlo “lavoriamo su tre proposte per affermare la sovranità europea di fronte alle sanzioni extra territoriali Usa. Inanzitutto -spiega il ministro- puntiamo a rafforzare il regolamento europeo del 1996 che permette di condannare le sanzioni extraterritoriali includendo le ultime decisioni prese dagli Usa. Poi sull’indipendenza finanziaria europea, dobbiamo riflettere sul come dotare l”Europa di strumenti finanziari per essere indipendenti rispetto agli Stati Uniti”.
Infine, rileva Le Maire, “perché non fare come gli Stati Uniti, che hanno un ufficio di controllo degli asset esteri che permette al ministro delle Finanze Usa di seguire le attività delle aziende estere che non rispetterebbero le decisioni prese dagli Usa, e quindi di sanzionarle?”
Intanto Le Maire si muove per evitare che le aziende francesi attive in Iran debbano pagare oltre 10 miliardi di euro di sanzioni: “Ho chiamato il mio omologo Usa, Steven Mnuchin e gli ho chiesto o delle esenzioni per un certo numero delle nostre aziende oppure scadenze più lunghe” per adeguarsi alle nuove regole. “Il segretario di Stato al Tesoro Usa – rileva il ministro- deve rispondere alle preoccupazioni europee e francesi perché i gruppi come Total, Renault e Sanofi sono presenti in Iran e vogliamo difendere i nostri interessi economici”.
Foto AP e Fars
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