Migranti: Tripoli esulta per la svolta italiana
da Nuova Bussola Quotidiana del 16 giugno
La reazione più importante e la meno pubblicizzata dai media alla “svolta” del governo italiano sull’immigrazione illegale viene dalla Libia dive le autorità militari marittime assegnano a Matteo Salvini l’endorsement più importante.
“La decisione del Governo italiano di chiudere i porti, per noi che lavoriamo per ridurre i viaggi dei migranti via mare, è ottima in quanto le assicuro che ridurrà’ notevolmente le partenze”. Lo afferma il comandante delle motovedette della Guardia Costiera libica, colonnello Abu Ajila Abdelbari, intervistato da Specialelibia.it.
“Se le autorità italiane decidono di non accettare i migranti nei loro porti, questo scoraggerà i trafficanti, se i maltesi e gli italiani continueranno ad accettare migranti in arrivo dal mare, questo rappresenta per chi decide di intraprendere il viaggio un ingresso sicuro.
Il principale gate era quello italiano così la maggior parte della gente prendeva i gommoni e l’avventura via mare verso l’Italia. Le autorità maltesi non accetteranno mai i migranti secondo me. Se le forze di sicurezza italiane chiudono i porti, questo significa per i trafficanti e per i migranti ‘no way!’.
E’ un chiaro messaggio per coloro che intendono partire”, spiega Abdelbari che afferma di essere “sicuro al 100% che nessuna imbarcazione carica di migranti partirà più dalla Libia verso l’Italia”.
Sull’aumento delle partenze nei giorni scorsi, “stiamo affrontando un problema di rifornimento di carburante, siamo senza! Stiamo affrontando un problema finanziario e non possiamo navigare. Se abbiamo i rifornimenti, possiamo tornare a navigare, a fermarli e rimandarli indietro. Penso che la soluzione verrà presto e torneremo a lavorare”.
Le difficoltà tecniche della Guardia Costiera libica verranno affrontate durante l’imminente visita a Tripoli del ministro degli Interni, Matteo Salvini, che ha detto: “conto di andare in Libia entro la fine di questo mese con una missione risolutiva”.
Tripoli chiede da anni che Rona chiuda i porti all’immigrazione illegale per stroncare il business dei trafficanti che, oltre a finanziare il terrorismo islamico, crea enormi problemi di sicurezza in Libia.
“Dobbiamo far ripartire la guardia costiera libica dando navi in più e ci stiamo lavorando” ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.
“L’obiettivo è non farli partire più”. “Dobbiamo instaurare nuove relazioni con la Libia – prosegue il ministro – che ha in gestione una Guardia costiera con navi che sono state date a loro dall’Italia, con addestramenti e addestratori dati dall’Italia ma che non sono sufficienti per gestire il mare libico e fermare e non far partire i barconi”.
La svolta italiana, resa possibile da un governo che non ha al suo interno lobby legate al business dell’accoglienza come il precedente esecutivo, potrebbe davvero riuscire a chiudere la ritta libica togliendo convenienza ai migranti ad affrontare un viaggio lungo, costoso e pericoloso senza alcuna possibilità di venire accolti in Italia ed Europa.
Un tema non certo nuovo che abbiamo più volte messo in evidenza proponendo il progetto dei respingimenti assistiti che consenta di impedire l’accesso ai porti italiani alle navi delle Ong (come srta facebdo il governo) e assegni alle navi militari il compito di salvare chiunque si avventuri in mare per poi consegnarlo alle autorità libiche che affideranno i migranti illegali alle agenzie dell’Onu per il rimpatrio nel paese d’origine.
Il portavoce della Marina Libica, contrammiraglio Ayob Amr Ghasem, ha invitato l’Italia a tener duro sulla decisione di chiusura dei porti ai migranti e chiede venga tolto l’embargo sulle armi al suo Paese per poter meglio combattere i trafficanti:
La “terza” è “sostenere la Guardia costiera libica e levare l’embargo sulle armi affinchè la Marina e le sue navi da guerra possano contrastare la migrazione illegale”, ha concluso Ghasem.
L’Italia “ha subito le malefatte dell’immigrazione clandestina, tutti i suoi misfatti, compreso evidentemente l’arrivo di terroristi” ha aggiunto Ghassem.
“Insistete su questa decisione, tenete testa alla Francia, alla Spagna e alle Ong” poichè “alcune organizzazioni non governative “sono la lunga mano di altri soggetti in Europa e in Africa che compiono riciclaggi e altre azioni illegali sotto la copertura della protezione dei migranti e dei diritti umani”, ha aggiunto il portavoce senza fornire altre indicazioni in proposito.
“L’Italia raccoglierà i frutti della propria decisione anche attraverso la riduzione del numero di migranti che vengono dal sud: questo avrà pure effetti positivi in Libia per quanto riguarda l’ingresso di migranti nel Paese”.
Secondo i dati del Viminale aggiornati alle ore 8:00 dell’ 11 giugno il numero di migranti e richiedenti asilo arrivati in Italia nel 2018 è diminuito del 76,81 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se negli ultimi giorni sono sbarcati oltre mille.
Si tratta in tutto di 14.330 persone, provenienti in larga parte dall”Africa subshariana, di cui 9.832 provenienti dalle coste della Libia (-83,41 per cento rispetto al 2017). I dati indicano un aumento degli arrivi nel periodo dal 25 al 29 maggio, con un picco di 1.211 migranti sbarcati il 28 maggio, oltre a circa 339 arrivi registrati dal primo al tre giugno.
Numeri ancora inferiori rispetto allo stesso periodo del 2017, quando si era verificata un”analoga tendenza al rialzo con un picco di ben 3.383 arrivi il 26 maggio 2017.
Secondo le nazionalità’ dichiarate al momento dello sbarco, citate in una tabella del Dipartimento di pubblica sicurezza aggiornata all”11 giugno, in Italia sono sbarcati soprattutto cittadini tunisini (2.940), eritrei (2.228), sudanesi (1.066), nigeriani (1.052), ivoriani (861), maliani (725), guineani (608), algerini (492), pachistani (500) e iracheni (413). Per parte dei rimanenti 3.445 migranti sono ancora in corso le attività di identificazione.
Foto: Frontex, Guardia Costiera Libica, CNN, Ansa e Marina Militare Italiana
Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli
Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane" e “Immigrazione, la grande farsa umanitaria”. Dall’agosto 2018 al settembre 2019 ha ricoperto l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza del ministro dell’Interno.