A rischio il programma per la difesa aerea CAMM ER?

La conferma  della prevista vittoria di Boeing nella gara per il nuovo addestratore dell’Us Air Force (Programma TX) fa tramontare le speranze di affermazione oltre oceano del T-346 di Leonardo ma  sorprende l’Italia in un momento di tensioni intorno all’acquisizione di sistemi d’arma.

Il programma per il nuovo sistema di difesa aerea CAMM ER (Common Anti-air Modular Missile Extended Range) di MBDA è stato messo a punto l’anno scorso ma potrebbe diventare un “caso politico” proprio quando era finalmente giunto all’esame delle Commissioni Difesa per le valutazioni che avrebbero dovuto anticiparne il via libera.

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Il CAMM ER è necessario a sostituire gli attuali sistemi per la difesa aerea a corto e medio raggio di Esercito (Skyguard), Aeronautica (Spada) e Marina (Albatros), basati sul missile Aspide ormai obsoleti dopo 40 anni di servizio e che dovranno essere riturati al più presto dal servizio.

Tra l’altro il CAMM ER, realizzato congiuntamente da britannici e italiani, viene valutato anche per l’imbarco a bordo delle nuove unità navali tipo Pattugliatori Polivalenti d’Altura (PPA) prevista dalla cosiddetta “Legge Navale”

Avviata nel 2011 tra MBDA ITA e MBDA UK, l’iniziativa industriale congiunta denominata Enhanced Modular Air Defence Solution (EMADS), ha portato alla realizzazione del programma CAMM ER supportato a livello governativo con la firma, nel gennaio 2016, di uno Staternent of Intent (SoI) che formalizza la volontà di facilitare la collaborazione industriale e regolamentare gli aspetti di sicurezza tra cui lo scambio di informazioni e tecnologie.

Un’altra intesa (Irnplernenting Arrangernent) coordina l’export del sistema d’arma, che sembra interessare già Svizzera, Spagna e Qatar: clienti potenziali che da soli porterebbero commesse per oltre un miliardo di euro.

Il programma ha avrebbe quindi un impatto positivo in termini tecnologici e occupazionali coinvolgendo gli stabilimenti di MBDA Italia ma anche quelli di Avio per lo sviluppo e produzione del motore del missile e Leonardo per il radar Kronos.

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Prospettive che rischiano di venire compromesse dalle improvvise difficoltà all’approvazione del programma sorte in seno al M5S, dove si sarebbe sviluppato un vivace confronto tra il vice premier Luigi di Maio e il ministro della Difesa Elisabetta Trenta riportato da alcuni media quali il Corriere della sera e il sito Start Mag.

Da queste fonti è emerso che Di Maio non intenderebbe avvallare lo stanziamento previsto dal programma CAMM ER in questa fase di reperimento delle risorse per la definizione della Legge Finanziaria.

I costi del CAMM ER (tutti provenienti dal bilancio della Difesa) assommano a 545 milioni di euro (95 per lo sviluppo dell’arma e 450 per la sua acquisizione), spalmati però tra il 2019 e il 2031: per intenderci si tratta di 13 milioni per quest’anno, 25 per il 2019 e altrettanti per il 2020.

Cifre quindi troppo limitate per avere un reale peso nella definizione della Legge Finanziaria dello Stato ma la diatriba, smentita però ieri pomeriggio da M5S, sta offrendo l’occasione per un dibattito sulla spesa militare.

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“A differenza di quanto riportato da alcuni organi di stampa in queste ore, non c’è stato nessuno scontro ieri tra i ministri Di Maio e Trenta, bensì un ordinario confronto su varie tematiche di governo. D’altronde, la natura stessa del vertice si fondava su un confronto trasparente al fine di implementare al meglio i punti programmatici del contratto. Presunte lacrime, urla o altro ancora – come scritto da alcuni giornali – rappresentano il falso o, nel peggiore dei casi, le fantasie di qualcuno poco informato” si legge nella mota del MoVimento 5 Stelle .

Sempre ieri il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi (Lega) ha ricordato che “il comparto industriale dell’aerospazio e difesa fattura più di 14 miliardi di euro all’anno, corrispondenti allo 0,8% del nostro Pil” e  impiega “oltre 44mila persone, che salgono a più di 110mila se si considerano anche indotto ed altri impatti indiretti. Le aziende, inoltre, pagano tasse allo Stato per non meno di 4,5 miliardi.

Perciò, trattare le spese militari come uno spreco di risorse non ha senso. Ogni ipotesi di previsione di tagli ai programmi di investimento e di ammodernamento potrebbe generare impatti sull’occupazione ed ulteriori oneri sociali a carico dei contribuenti” rileva Volpi..

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Inoltre al recente evento Cybertech Europe 2018, conclusosi ieri a Roma, il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo (M5S), in un’intervista ad Avio News, ha definito “doveroso per l’Italia entrare subito nel programma Tempest”, il nuovo caccia britannico di sesta generazione presentato nel giugno scorso al Salone aerospaziale di Farnborough il cui sviluppo coinvolge anche Leonardo.

Arduo però accreditarsi a Londra come partner affidabili su programmi così ampi e a lungo termine come il Tempest se l’Italia non riesce neppure a mantenere gli impegni assunti su dossier ben più contenuti come il CAMM ER.

Difficile a questo punto valutare i possibili sviluppi della vicenda, al di là di un auspicabile rientro delle pressioni per il taglio o il rinvio del programma. Un eventuale ritiro del decreto sul CAMM ER, già arrivato alle Commissioni parlamentari, sarebbe quanto meno inusuale e non contribuirebbe certo all’autorevolezza e alla credibilità del ministero della Difesa che lo aveva presentato di concerto con il Ministero dell Economia e delle Finanze (MEF).

@GianandreaGaian

Foto Ansa e MBDA

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane" e “Immigrazione, la grande farsa umanitaria”. Dall’agosto 2018 al settembre 2019 ha ricoperto l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza del ministro dell’Interno.

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