La Folgore celebra i 76 anni da El Alamein

Pisa – Celebrato ieri presso il Centro Addestramento di Paracadutismo, alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale Salvatore Farina e delle massime autorità civili e militari, il 76 anniversario della Battaglia di El Alamein, una delle pagine più drammatiche ed allo stesso tempo eroiche della 2° Guerra Mondiale nella quale nacque il mito della Folgore.

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Quest’anno è stato ricordato altresì l’80° anniversario della fondazione della prima scuola di Paracadutismo Militare nata il 24 Marzo 1938 a Castel Benito, denominata “Campo scuola paracadutisti della Libia”, che dette vita poi al Battaglione paracadutisti libico “Fanti dell’Aria”.

Con un rapporto di forze enormemente svantaggioso, i paracadutisti della Folgore si erano apprestati alla difesa lungo un fronte di 15 chilometri e rappresentavano l’ultimo baluardo difensivo, superato il quale il nemico sarebbe dilagato alle spalle dell’Armata italo-tedesca.

Ai ripetuti attacchi degli inglesi, i paracadutisti risposero con incredibile determinazione ed energia, respingendo ogni tentativo di sfondamento e infliggendo al nemico gravi perdite, al prezzo di grandi sacrifici: circa 1.100 tra morti, feriti e dispersi.

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L’inaspettata resistenza, protrattasi per una settimana, costrinse i comandi inglesi a sospendere ogni ulteriore iniziativa su quel fronte e a concentrare altrove lo sforzo offensivo.

l Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale Salvatore Farina nel corso del suo intervento ha voluto rendere atto ai paracadutisti della Folgore “dell’impegno quotidiano e della capacità di prepararsi “e, nel ringraziare come Capo di Stato Maggiore, ha aggiunto vi dico lo so io, lo sa l’Esercito, la Difesa e anche l’Italia sa di poter contare su di Voi”

Il Comandante della Folgore, Generale di Brigata Rodolfo Sganga, ha evidenziato come la  Folgore sia l’unica unità in grado di proiettare rapidamente grandi volumi di forze con brevissimo preavviso e a grandi distanze dalla madrepatria, in condizioni di rischio in cui altri non sono in grado di operare, per condurre qualsiasi tipologia di missione, rimarcando come ciò richieda il mantenimento di standard di preparazione superiori.

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“Per accedere alla famiglia della Folgore ogni paracadutista deve superare le stesse selezioni e lo stesso iter addestrativo, indipendentemente dal sesso, dall’età, dalla provenienza geografica e dal grado rivestito… ognuno deve saper fare esattamente ciò che sanno fare gli altri perchè la sicurezza dell’uno dipende dall’altro.” ha detto il generale Sganga.

A testimonianza degli eccezionali rapporti e risultati conseguiti dai paracadutisti della Folgore nel corso della recente missione in Libano, (la Brigata Folgore è rientrata in Italia lo scorso Aprile) ospite d’eccezione alla cerimonia è stato il Sindaco della Città di Tiro, certamente la più importante realtà nell area di operazione del Sud del Libano della Missione UNIFIL.

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Proprio per la particolarità e le caratteristiche dei propri uomini, è impegnata costantemente, anche con piccoli nuclei o singoli specialisti, in quasi tutte le missioni internazionali nelle quali sono impegnate le Forze Armate Italiane, nonché nelle operazioni in ambito nazionale, quali Strade Sicure, per concorrere alla sicurezza di diverse aree sensibili del Paese e nelle attività di soccorso alla popolazione colpita dalle recenti calamità naturali.

Fonte: comunicato Brigata Paracadutisti Folgore

Foto: Brigata Paracadutisti Folgore e Maurizio Cini

 

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