Terminata l’esercitazione delle forze speciali “Notte Scura 2018”
È terminata ieri, dopo tre settimane di attività addestrative serrate condotte in più aree del territorio nazionale, l’esercitazione “Notte Scura 2018”, organizzata e gestita dal Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), che ha visto impiegati circa 1.000 operatori delle Forze Speciali delle tre Forze Armate e dell’Arma dei Carabinieri.
Tale esercitazione si inquadra nel processo di mantenimento della piena capacità di pianificare, organizzare e condurre l’intera gamma delle Operazioni Speciali in un contesto interforze e internazionale, nonché di dare vita al framework di uno Special Operations Component Command (SOCC) per le esigenze dell’Alleanza Atlantica.
In particolare, durante l’esercitazione, è stata simulata una situazione di profonda crisi politico-sociale e di scontri interetnici in un paese fittizio, in cui è presente una cospicua comunità italiana. Il COFS, su autorizzazione politica e su mandato del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha quindi pianificato e organizzato, in tempi ridottissimi, un intervento per portare in salvo i concittadini rimasti intrappolati a causa delle violenze scoppiate in quel paese. È stato quindi proiettato un dispositivo di Comando e Controllo, dislocato su una nave della Marina Militare ed è stata costituita una Base Operativa Avanzata (Forward Operations Base – FOB) in un’area del paese già sotto il controllo di forze multinazionali.
Da questa base sono stati enucleati, anche a distanza di centinaia di chilometri, in territori ritenuti ostili e non permissivi, team delle Forze Speciali con il compito di neutralizzare i possibili pericoli nei confronti dei nostri connazionali e, nel contempo, di porre in essere tutte le predisposizioni necessarie alla loro evacuazione.
L’evento conclusivo della “Notte Scura” ha visto impiegati contemporaneamente tutti gli assetti di Forze Speciali sotto il controllo operativo del COFS: per l’Esercito sono stati interessati il 9° reggimento d’assalto “Col Moschin”, il 4° reggimento Alpini Paracadutisti ”Ranger”, il 185° reggimento Ricognizione e Acquisizione Obiettivi e il 3° raggruppamento elicotteri per le Operazioni Speciali; la Marina ha dispiegato il Gruppo Operativo Incursori (GOI) e il Reparto Eliassalto (REA).
L’Aeronautica ha messo a disposizione il 17° Stormo ed il 9° Stormo; i Carabinieri, infine, hanno impiegato il Gruppo Intervento Speciale (GIS), che festeggerà a breve il 40° anniversario dalla costituzione.
Ma l’esercitazione ha avuto anche altri obiettivi, che sono stati pienamente conseguiti con successo. Infatti, l’Esercito ha sfruttato questo momento addestrativo per testare e validare il conseguimento delle capacità tipiche delle Forze Speciali da parte del 4° reggimento Alpini Paracadutisti ”Ranger”, e del 185° reggimento Ricognizione e Acquisizione Obiettivi, che da oggi entrano ufficialmente nel comparto. Inoltre, l’Aeronautica Militare ha potuto validare le capacità di proiezione del potere aereo a grandi distanza dalla madrepatria, in supporto a quei team di forze che possono essere inviati, con ridottissimi tempi di preavviso, per fronteggiare particolari situazioni di crisi al fine di tutelare gli interessi nazionali, ovvero per la protezione di connazionali che si trovino in condizioni di pericolo all’estero
Fonte: Stato Maggiore Dufesa
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