Corea, la guerra dimenticata
“Lasciate dormire la Cina, perché quando si sveglierà farà tremare il mondo”. Sono parole che Napoleone Bonaparte pronunciò durante l’esilio a Sant’Elena, e che oggi suonano minacciosamente profetiche.
La Cina fu costretta a “risvegliarsi” nell’autunno del 1950, alcuni mesi dopo l’inizio della guerra di Corea, quando le forze delle Nazioni Unite guidate dal generale MacArthur, dopo aver sconfitto l’esercito di Kim Il-sung – nonno dell’attuale dittatore di Pyongyang – avanzarono verso il confine manciuriano aprendo la fase più drammatica del conflitto.
Tre anni di combattimenti, centinaia di migliaia di perdite tra i militari dei paesi belligeranti e almeno un milione e mezzo tra i civili; un paese devastato, il mondo sospinto a un passo da un conflitto nucleare; una pace mai firmata e dunque una crisi irrisolta, che ancora oggi, a tratti, fa salire la tensione mondiale al livello di guardia, conquistando le prime pagine dei giornali: eppure la guerra di Corea è per eccellenza «la guerra dimenticata» del XX secolo.
È una grave lacuna, perché il nostro mondo è l’erede diretto di quella fase storica e di quella guerra: non soltanto perché segna il ritorno della Cina tra le grandi potenze, ma perché con il rapido riarmo del 1950-53 inizia la trasformazione della società statunitense in una «macchina bellica» destinata prima a contrastare l’espansione del blocco comunista, poi a «combattere per la libertà e la democrazia».
Non basta: la guerra di Corea ci appare oggi quasi un tragico laboratorio dei conflitti contemporanei, perché fu al tempo stesso una guerra limitata, una «guerra per procura» e una guerra di coalizione; e perché per la prima volta nella storia due grandi potenze si trovarono a combattere sotto l’inquietante ombra della minaccia nucleare.
Gastone Breccia – Nato a Livorno nel 1962, laureato in Lettere classiche, dal 2001 insegna Storia e Letteratura Bizantina all’Università di Pavia. Ha curato per la collana “I Millenni” il volume antologico L’arte della guerra. Da Sun Tzu a Clausewitz (Torino, Einaudi 2009), cui sono seguiti vari saggi quali I figli di Marte. L’arte della guerra nell’antica Roma (Milano, Mondadori 2012); L’arte della guerriglia (Bologna, Il Mulino 2013); 1915. L’Italia va in trincea (Bologna, Il Mulino 2015). Nel 2011 ha seguito sul campo il conflitto afghano da cui è nato il volume La tomba degli imperi (Milano, Mondadori 2013) e nel 2015 quello in Iraq e Siria. Su Analisi Difesa ha pubblicato un reportage dal fronte curdo della guerra contro lo Stato Islamico
Corea, la guerra dimenticata
Gastone Breccia
Editore: Il Mulino
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