Mako Shark presenta il nuovo sistema UAV FreeBird
Nella splendida cornice del Golf Club Lecco è stato presentato ieri il progetto del Sistema UAV FreeBird, messo a punto da un team di tecnici che ha operato nell’ambito dell’azienda Mako Shark, “incubatore” del progetto e già fornitore delle Forze Armate italiane e di grandi gruppi industriali nazionali in diversi settori incluse le protezioni balistiche.
Il team di FreeBird è composto da diverse professionalità: specialisti nella scienza satellitare ed aereospaziale, dell’intelligenza artificiale e robotica, nella propulsione elettrica, e nella parte strutturale.
Insieme hanno realizzato un mezzo UAVS (Unmanned Aerial Vehicle System), praticamente un grosso drone che ha delle funzionalità che possono essere d’aiuto per la protezione civile (terremoti, incendi, disastri ambientali, evacuazione di civili, etc.) oppure per trasporti sanitari (trasporto organi, sangue, defibrillatori, etc,) oppure per difesa militare (campi minati, ricognizioni, etc)
I leader del team di FreeBird (Ing. Gabriele Garindo, ing. Mario Arrigoni Neri, Dr. Luca Bono e Ing. Federico Bonomelli) hanno illustrato le caratteristiche innovative del progetto per un nuovo UAVS interamente “made in Italy” e concepito per far fronte a molteplici esigenze in ambito civile e militare.
“Le caratteristiche principali del mezzo sono il decollo verticale, volo orizzontale con motore endotermico e capacità di trasporto sino a 20 chili di carico pagante.
L’UAVS ha la possibilità di percorrere in autonomia 250 chilometri. Con queste caratteristiche le applicazioni diventano infinite nei vari settori“ ha dichiarato l’ing. Bonomelli, che si è occupato della parte strutturale del velivolo.
“Nella realizzazione del prototipo è stato messo a punto un software che permette anche tramite tecniche di intelligenza artificiale, di fornire all’operatore del mezzo UAV l’interfaccia più adatta allo svolgimento della missione” ha aggiunto l’ing. Mario Arrigoni Neri, specialista nell’intelligenza artificiale e nella robotica.
L’ing. Gabriele Garindo ha invece evidenziato come “una delle peculiarità del velivolo è il pay load che può includere micro droni (micro UAV) e il “rover”, piccolo veicolo terrestre teleguidato”.
“La gestione dell’energia a bordo del mezzo e la propulsione ibrida, quindi movimento dell’oggetto con motore elettrico e ricarica delle batterie con generatore endotermico di bordo hanno rappresentato una sida importante nello sviluppo del velivolo. Il punto principale è la massimizzazione del rapporto energia/peso a bordo”, ha precisato il dr. Luca Bono, specialista in propulsione elettrica.
Nel corso della presentazione è stata effettuata una dimostrazione che ha coinvolto un dimostratore tecnologico poiché la configurazione definitiva del FreeBird non è stata ancora rivelata anche se dalle anticipazioni avrà una linea aerodinamica e superficie all’apparenza in grado di ridurre la traccia radar del velivolo.
Il Progetto FreeBird è costituito da due tipologie di velivoli, finalizzati ai seguenti profili di missione:
Missione Flash VTOL (decollo e atterraggio verticali, volo orizzontale) con un range operativo di 2 chilometri, alimentazione elettrica e trasporto carico pagante fino a 5 chili
Missione Operativa VTOL (decollo e atterraggio verticali, volo orizzontale) con range operativo di 250 km, alimentazione ibrida (elettrico-termico), carico pagante fino a 15 chili, Intelligenza Artificiale ‘on board’ per una completa autonomia di missione e facilità di trasporto su veicolo allestito o smontabile e assemblabile in loco (per truppe di terra)
Dalle tecnologie messe a puto per il FreeBird sono in sviluppo altri progetti riguardano il MeDrone e SauronEye’s.
Il primo prevede un micro quadricottero del peso di 70/100 grammi impiegabile dal singolo soldato con un’autonomia di volo di 7-8minuti, batterie cambiabili in missione, videocamera connessa a occhiali con realtà aumentata.
Per il controllo del volo sono previsti comandi vocali o controllo movimento della testa tramite accelerometri e una funzione Retro Follow-Me (in caso di movimento solitario del soldato, il drone vola in autonomia molto vicino alla schiena con telecamera puntata dietro le spalle del militare con gli occhiali ha modo di vedere cosa gli capita dietro le spalle)
Il progetto SauronEye’s vede un drone esacottero a motore termico, 20-25kg, di carico utile inclusi sistemi ottici, jammer e difese anti jamming con autonomia di volo fino a 2 ore con velocità massima di 100/q50 km/h, equipaggiato con telecamera spettro nel visibile e infrarosso ruotabile più 4 microcamere per controllo fisso a copertura 360°. Completano le caratteristiche le capacità di volo automatico con Intelligenza Artificiale On-Board, funzione di ‘Follow-me’ sia ottico che laser di un obiettivo assegnato.
Alla presentazione-dimostrazione hanno assistito diversi esponenti del mondo industriale e degli enti militari e civili poitenzialmente interessati all’utilizzo delle capacittà del FreeBird.
RedazioneVedi tutti gli articoli
La redazione di Analisi Difesa cura la selezione di notizie provenienti da agenzie, media e uffici stampa.