La Serbia compra difese aeree russe nonostante le minacce degli USA

La Russia intende fornire alla Serbia i sistemi missilistici di difesa antiaerea Pantsir-S già “nei prossimi mesi” nonostante gli Usa abbiano avvertito il Paese balcanico di essere pronti a imporgli sanzioni nel caso in cui l’affare vada in porto: lo ha annunciato il 6 novembre alla Tass il capo dell’agenzia statale russa per l’esportazione di armi Rosoboronexport, Aleksandr Mikheyev.

I sistemi missilistici “vengono assemblati” e gli specialisti serbi “vengono addestrati”, ha spiegato Mikheyev precisando che “tutto procede secondo i piani e non ci sono ritardi. L’addestramento – ha proseguito il capo di Rosoboronexport – verrà presto completato e cominceranno le forniture. Il contratto verrà eseguito nei prossimi mesi”.

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Il 24 ottobre il presidente serbo Aleksandar Vučić ha annunciato che Belgrado ha ordinato il sistema da difesa aerea Pantsir-S. Due giorni dopo, il ministro della Difesa serbo Aleksandar Vulin dichiarò che Pantsir-S stava diventando parte dell’armamento dell’esercito serbo “.

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A fino ottobre l’inviato speciale Usa per i Balcani occidentali, Matthew Palmer (nella foto sopra col presudente serbo Vucic) , ha avvertito la Serbia che l’acquisto di armi russe “espone al rischio” di sanzioni statunitensi in base al Countering America’s Adversaries Through Sanctions (CAATSA) istituito dal Congresso.

L’ acquisizione di armamenti russi da parte della Serbia costituisce un rischio per l’imposizione di sanzioni, e speriamo che i nostri partner serbi saranno attenti su questo tema”, aveva detto Palmer in un’intervista con la televisione macedone Alsat M.

Un approccio che conferma la sempre più asfissiante pretesa statunitense di imporre agli alleati di acquisire armi “made in USA” e ai paesi neutrali di non acquisire armi russe minacciando sanzioni che non hanno alcun fondamento per il diritto internazionale e ledono i basilari principi di sovranità degli Stati.

“La Serbia si dota di armamenti esclusivamente a scopi difensivi, e non intende acquistare armi per le quali sarebbe passibile di sanzioni”, ha detto il presidente Aleksandar Vucic. Parlando in una intervista alla tv pubblica RTS, Vucic ha sottolineato che il suo Paese non intende attaccare nessuno.

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“La Serbia si dota di armamenti poichè è un Paese libero e neutrale. Un paese piccolo circondato da tutte le parti da Paesi membri della Nato, e con i quali vogliamo avere buoni rapporti”, ha affermato il presidente.

Non è ammissibile che la Serbia sia debole come negli anni ’90, a tal punto da non essere in grado di difendersi” ha detto Vucic.

La NATO ha mosso guerra ai serbi di Bosnia nel 1995 e alla Serbia nel 1999 in sostegno alla causa degli albanesi kosovari ma nè la Serbia né la Russia riconoscono la dichiarazione di indipendenza del Kosovo del 2008.

Quanto alle armi missilistiche russe, se le minacce americane potevano trovare una giustificazione nel caso di acquisizione da parte dei serbi del sistema da difesa antiaerea e antimissile S-400 a lungo raggio (schierato temporaneamente da Mosca in Serbia per attività addestrative congiunte nell’ottobre scorso), queste non hanno alvcuna ragion d’essere nel caso del Pantsir-S ordinato dai serbi, che è destinato alla difesa ravvicinata con missili il cui raggio d’azione raggiunge i 30 chilometri e cannoni a tiro rapido da 30 millimetri efficaci contro bersagli fino a 4 chilometri di distanza e 3mila metri di altitudine.

Foto: Politiko, Rosoboronexport, Youtube
 

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane" e “Immigrazione, la grande farsa umanitaria”. Dall’agosto 2018 al settembre 2019 ha ricoperto l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza del ministro dell’Interno.

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