Dopo Pensacola maggiori controlli sui sauditi in addestratamento negli USA

Ahmed Mohammed al-Shamrani, l’ufficiale saudita autore della strage nella base aeronavale statunitense di Pensacola (Florida), sembra aver abbracciato l’ideologia radicale sin dal 2015, ben prima che arrivasse negli Stati Uniti per l’addestramento. Lo hanno dimostrato gli accertamenti del governo di Riad, che sta collaborando con l’FBI e l’intelligence americani. L’ipotesi è quella di un atto terroristico di un “lupo solitario”.

Il suo account Twitter, quello usato per lanciare messaggi anti Usa e citazioni di Osama bin Laden prima dell’attacco, rivela che quattro figure religiose descritte come estremiste – due delle quali arrestate nel 2016 – potrebbero aver plasmato i suoi pensieri radicali. Le indagini saudite contengono anche alcune informazioni che potrebbero spiegare come mai la sua attività su Twitter non era stata scoperta prima. L’ account non mostra le sue generalità per intero ma solo una parte, con un nome che è molto comune in Arabia Saudita, e non contiene informazioni biografiche o foto.

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L’ autore della sparatoria di Pensacola, Mohammed Alshamrani, 21 anni, era sottotenente delle Reali Forze Aeree Saudite e  ha aperto il fuoco uccidendo 3 marinai americani ferendo altri 8 prima di venire abbattuto.

In attesa delle conclusioni delle indagini è stato sospeso l’addestramento operativo dei militari sauditi che frequentano cirsi e scuole negli Stati Uniti. Secondo quanto reso noto dal Dipartimento della Difesa, gli studenti militari sauditi negli Stati Uniti potranno continuare a frequentare le lezioni ma il training operativo sarà’ sospeso fino alla conclusione di un’indagine sulla sicurezza.

Le restrizioni imposte dal Pentagono sul training dei militari sauditi negli Usa, secondo quanto precisato dal comandante della Marina Clay Doss, riguardano 140 allievi della base di Pensacola dove è avvenuta la sparatoria, 35 allievi della vicina base di Whiting Field e altri 128 studenti della stazione aeronavale di Mayport.

Il Site, che monitora l’attività online dei gruppi jihadisti, aveva reso noto che su un account Twitter intestato ad al-Shamrani era stato postato una sorta di testamento con una citazione di Osama bin Laden poco prima della sparatoria.

“La sicurezza è un destino condiviso… Non sarai sicuro finché non la vivremo come realtà in Palestina e le truppe Usa non se ne saranno andate dalla nostra terra”. In un altro post si legge: “Sono contro il male e l’America nel suo insieme si è trasformata in una nazione malvagia”. Frase a cui fanno seguito critiche agli Usa per il loro sostegno a Israele: “non sono contro di te semplicemente perché sei americano, non ti odio a causa delle tue libertà, ti odio perché ogni giorno supporti, finanzi e commetti crimini non solo contro i musulmani, ma anche contro l’umanità”.

Per il militare saudita diventato terrorista la questione di Israele sembrava essere il punto saliente della sua decisione di colpire gli Stati Uniti. Aveva ritwittato il discorso di Trump del dicembre 2017 a Gerusalemme con cui gli Usa hanno riconosciuto la città come legittima capitale dello Stato ebraico.

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L’FBI, oltre alle verifiche sull’account Twitter, ha provveduto a fermare sei allievi sauditi presenti nella base di Pensacola, tre dei quali hanno filmato la sparatoria mentre altri avrebbero fatto perdere le loro tracce e sarebbero ricercati. Secondo un testimone citato dal New York Times al-Shamrani aveva mostrato un video di sparatorie di massa ad una cena con altri allievi piloti sauditi la sera prima di compiere la strage. Il governatore della Florida Rick Scott non ha avuto dubbi e ha subito bollato la strage come “un atto di terrorismo” chiedendo una “revisione completa” dei programmi di addestramento per stranieri e una più attenta selezione degli allievi e dei paesi di provenienza.

Il segretario alla Difesa dal capo del Pentagono Mark Esper ha annunciato di voler rivedere le procedure di selezione e controllo del personale straniero in addestramento negli Usa (attualmente 5.181 militari di 153 paesi tra i quali 852 sauditi) che in teoria viene accuratamente selezionato anche in base a criteri di sicurezza e affidabilità dall’intelligence statunitense e da quello dei paesi di origine. Difficile non ricordare che 15 dei 19 attentatori dell’11 settembre 2001 erano sauditi e che alcuni di loro presero lezioni di volo proprio negli Usa.

 

 

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