Un sostituto per i blindati VBRG della Gendarmeria francese

La sostituzione dei veicoli blindati ruotati della Gendarmeria Berliet VBRG (Véhicules blindés à roues de la Gendarmerie) è sul tavolo da tempo e i problemi di manutenzione hanno costretto a “cannibalizzare” circa la metà parte dei 155 veicoli consegnati per mantenerne in servizio meno di 80.

Il Capo dell’Ispettorato Generale della Gendarmeria Nazionale (IGGN), generale Michel Labbé, lamenta la difficoltà è trovare un veicolo adeguato, cioè offrire un buon livello di protezione ai gendarmi, suscettibili di essere esposti al fuoco di armi e in grado di superare gli ostacoli.

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La Gendarmeria vorrebbe veicoli con lama apripista anteriore (per sfondare le barricate) e motore posteriore, quest’ultimo oggi non presente sui mezzi sul mercato: per questo è stata valutata la possibilità di adottare i 4×4 VAB cediti dall’esercito [che hanno il motore nella parte posteriore pur potendo essere equipaggiati con una lama apripista) e modernizzando il VBRG con un nuovo motore.

Il dibattito è aperto in Francia ma un rapporto dei deputati Benjamin Griveaux (LREM) e Jean-Louis Thiériot (LR) ha definito “costoso e infruttuosa” l’ammodernamento dei veicoli Berliet VBRG n servizio da 40 anni raccomandando l’acquisizione di 89 nuovi veicoli blindati Sherpa prodotti da Arquus per un importo di 65 milioni di euro da finanziarie con i fondi della legge di rilancio economico post Covid.

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Secondo i deputati i due VBRG che sono stati “retrofittati” non hanno dato i risultati sperati in termini di costo-efficacia.

Continuare il rinnovamento delle VBRG che hanno ancora un minimo di potenziale è “costoso e senza successo”, sottolinea il rapporto, perché costerebbe 300.000 euro a veicolo per guadagnare solo dieci anni di vita operativa. L’acquisizione di nuovi veicoli Arquus Sherpa avrebbe invece un prezzo unitario di 700.000 euro “circa il doppio del prezzo del retrofit ma con un’aspettativa di vita operativa quadrupla”.

Certo, lo Sherpa ha il moto anteriore ma i relatori sottolineano che i reparti Mobili della Gendarmeria hanno solo 23 VBRG equipaggiati con lame apripista (nella foto sopra), di cui 7 nella Francia continentale.

“Pochi nel caso di disordini ad ampio spettro “, sostiene il rapporto dei due deputati precisando che in questo settore i vecchi VAB dell’esercito saranno all’altezza della situazione.

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Il Groupe d’intervention de la Gendarmerie Nationale (GIGN) è già equipaggiato con veicoli “Sherpa Light” (nella foto sopra e sotto) dotati di scala. Una copia, allora allo stato prototipo era stata utilizzata durante l’assalto perpetrato nel gennaio 2015 a Dammartin-en-Goële contro i fratelli Kouachi, autori dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo.

Inoltre, il 19 luglio, nell’ambito del disegno di legge di bilancio rivisto per il 2020, il Senato ha votato un finanziamento di 75,3 milioni di euro per rinnovare alcuni dei veicoli utilizzati da Police Nationale e Gendarmeria. Questo stanziamento dovrebbe consentire di acquisire, a partire dal 2020, “circa 1.150 veicoli elettrici Renault], 1.150 veicoli a benzina e 1.500 biciclette elettriche prodotte in Francia con un risparmio annuo di 1,8 milioni di litri di carburante, pari a 2,6 milioni d ‘euro.

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Per il maggior generale Bertrand Cavallier, esperto in materia di mantenimento dell’ordine ed ex capo storico del Centre national d’entraînement des forces de gendarmerie (CNEFG) di Saint-Astier, è imperativo il rinnovo della capacità blindata della Gendarmeria.

Intervistato dalla “Voce del Gendarme”, il generale Cavallier ha evidenziato il contesto in cui deve operare oggi la Gendarmeria nella Francia delle rivolte e delle banlieues fuori controllo.

“L’operazione di retrofit VBRG si è effettivamente rivelata costosa. Inoltre, i veicoli consegnati avrebbero rivelato molti problemi. Penso si debba privilegiare un’opzione più coerente è abbandonare l’idea di allungare la vita dei veicoli in servizio progettati cinquant’anni fa e limitarsi a conservarne un esemplare nel museo della Gendarmeria.

Il buon senso richiede una flotta omogenea, composta da veicoli moderni e collaudati, dotati dei più recenti livelli di protezione balistica, con la capacità di carico di una squadra di 8 uomini e un’ergonomia adattata alle dimensioni dei gendarmi odierni e dei loro equipaggiamenti. La cifra di 65 milioni citata dai parlamentari è accettabile se si pensa in termini di veicoli che dovrebbero durare due generazioni.”.

Secondo Cavallier oggi la Francia “è indebolita, intere aree vivono una fase separatista, la delinquenza si è trasformata in bande di tipo americano. Inoltre, l’attuale modello economico ha raggiunto i suoi limiti. È altamente prevedibile una significativa agitazione sociale, che potrebbe ancora minacciare i centri di gravità del governo come è avvenuto nel 2019. Senza menzionare la situazione all’estero in cui la Gendarmeria sta affrontando violenze endemiche in alcune aree” quali Mayotte e Guyana.

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Del resto ormai da due anni la Gendarmeria si addestra con il Genio dell’Armèe de Terre a individuare e neutralizzare ordigni esplosivi improvvisati: un esempio calzante di come gli scenari di insurrezione urbana saranno in futuro prevedibilmente simili per molti versi agli scenari di guerra asimmetrica che i soldati francesi hanno dovuto affrontare in Afghanistan, Iraq e che affrontano ogni giorno nel Sahel nell’ambito dell’Operation Barkhane.

Mezzi blindati moderni sono quindi necessari “per trasportare il personale in sicurezza, mantenere il controllo di punti chiave coprendo ampi spazi, superare ostacoli e supportare l’avanzata di elementi a piedi se necessario” sostiene Cavallier che considera il numero di 89 nuovi veicoli “il minimo indispensabile”.

“Per quanto riguarda l’area metropolitana è necessario tener conto almeno dello scenario di due grandi impegni operativi contemporanei, più la situazione particolare di alcune aree nei dipartimenti e nelle comunità d’oltremare. Ma va tenuto conto anche della possibilità di venire impegnati in operazioni all’estero al fianco dei militari o sotto la bandiera europea o delle Nazioni Unite con altre forze di tipo gendarmeria”.

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Nelle operazioni all’estero la Gendarmeria utilizza 20 blindati VAB  che, pur non adatti al mantenimento dell’ordine, consentono di trasportare il personale in sicurezza, con una protezione migliore di quella offerta dai VBRG.

Tuttavia – sostiene Cavallier – tutti sono consapevoli che questo veicolo non può essere una soluzione duratura come lo Sherpa, che ha caratteristiche generali (peso, volume, ecc.) paragonabili a quelle del VBRG, aspetto molto importante per adattarsi ai normali vincoli di manovra delle forze dell’ordine.

Il mezzo ha un livello di protezione adatto alle nuove minacce balistiche, inoltre è prodotto in Francia. Progettare un modello su misura si rivelerebbe molto costoso e richiederebbe ritardi inconcepibili vista l’urgenza di rimediare ai deficit di capacità emersi. Lo Sherpa è disponibile in pronta consegna, equipaggia già il GIGN e costituisce quindi un’opzione interessante in un mercato che presenta anche altri concorrenti prodotti all’estero”.

Foto: La vice del Gendarme e Gendarmerie Nationale

 

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