RWM Italia presenta ricorso contro la decisione del governo di cancellare i contratti arabi
(aggiornato il 31 gennaio ore 12.30)
La fabbrica di Bombe Rwm Italia Spa, con sede legale a Ghedi (Brescia) e stabilimento a Domusnovas (Sud Sardegna) – controllata dal gruppo tedesco Rheinmetall – annuncia ricorso contro il governo per la revoca delle licenze di esportazione verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti.
“Siamo di fronte ad un provvedimento ‘ad aziendam’, che di fatto colpisce duramente solo Rwm Italia”, dice l’amministratore delegato, Fabio Sgarzi (nella foto sotto) dopo la notifica ricevuta da UAMA della revoca delle autorizzazioni all’esportazione di bombe d’aereo rilasciate tra il 2016 e il 2018.
“La decisione, arrivata sul filo di lana, in un momento delicato per l’economia del Paese in piena pandemia e con un Governo dimissionario, risulta inaccettabile anche per la strumentalizzazione che se ne sta facendo a fini politici – aggiunge l’Ad.
E’ inoltre incomprensibile la disparità di trattamento rispetto alle altre aziende italiane del comparto Difesa. Per questo, non può essere scacciato, ad oggi, un cattivo pensiero: bisognava sacrificare Rwm Italia per lasciare intoccate le esportazioni delle altre società?
In ogni caso, l’interruzione, per la prima volta, di contratti autorizzati da anni, fatta in maniera tale da colpire solo certi prodotti e solo certi Paesi, deve mettere in allarme tutta l’industria della Difesa e non solo: un precedente grave, sintomo di scarsa considerazione degli effetti generali delle decisioni prese, che perciò rischia di minare la credibilità dell’industria nazionale, a tutto vantaggio della concorrenza estera.
Insomma, un colpo a un pezzo importante della nostra economia con sicuri riflessi negativi sul resto”.
“Ora – prosegue Fabio Sgarzi – chi si trova a sopportare le conseguenze di tutto questo, insieme all’azienda, sono le centinaia di lavoratori del territorio e le loro famiglie (nel solo stabilimento di Domusnovas operano 100 operatori diretti, attualmente in Cig e altri 100 indiretti, ndr).
Lo Stato ha prima reso possibile la crescita, autorizzando contratti pluriennali, e poi ha annullato tutto, come se niente fosse. E nei diciotto mesi di sospensione il Governo è stato totalmente inerte, non avviando alcuna iniziativa per contenere i gravissimi danni economici e occupazionali derivanti dalle sue decisioni”. Ai lavoratori e alle loro famiglie Rwm assicura che farà “l’impossibile per ottenere l’annullamento di un provvedimento ingiusto e punitivo”.
Non meno accesa la nota della Rsu dei lavoratori della Rwm dello stabilimento di Domusnovas. “Una situazione paradossale, inverosimile e vergognosa, il Governo ci toglie definitivamente il lavoro. Ci lascia a casa, additandoci come gli unici responsabili dei conflitti internazionali, mortificando il nostro lavoro, che da anni svolgiamo con grande serietà e professionalità, senza assumersi le proprie responsabilità, senza che si sia adoperato affinchè trovasse le dovute soluzioni a tutela dei posti di lavoro di un’azienda che oggi rappresenta un assetto strategico di rilevanza Nazionale e Europeo.
Siamo preoccupati per quello che nel futuro prossimo saranno le decisioni della proprietà che, a causa di un’assenza di programmazione da parte del Governo Nazionale sull’industria bellica, possa decidere di non attuare più nessun tipo di investimento fino ad arrivare ad un totale disimpegno nel nostro territorio, già martoriato e penalizzato da scellerate precedenti decisioni politiche.
Al Governo nazionale la Rsu chiede di “assumersi le proprie responsabilità mettendo in campo tutti i soggetti e tutte le iniziative possibili a tutela dei posti di lavoro, prendendo una volta per tutte una chiara posizione su cosa intende fare dell’industria bellica in generale e in particolare del nostro stabilimento. La dignità del lavoro non è solo un fatto economico ma anche una questione etica e sociale”.
Vale la pena ricordare l’articolo che Analisi Difesa pubblicò alcuni mesi or sono che mostra chiaramente quali aziende straniere abbiano beneficiato dello stop italiano all’export di bombe a sauditi ed emiratini.
I contratti bloccati a RWM Italia rafforzano i concorrenti stranieri
(con fonte Ansa)
Il tentativo di demolire l’industria della Difesa italiana sottraendole i mercati più rilevanti è un’iniziativa messo in atto da ampi settori del governo che includono M5S, parte del PD e il Ministero degli Esteri, in aggiunta agli ambienti pacifisti che storicamente si oppongono all’export militare. Un tema trattato in più occasioni e anche recentemente da Analisi Difesa e sul quale torneremo già nei prossimi giorni.
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