La Turchia ha arruolato bambini-soldato tra i suoi miliziani siriani
Gli Stati Uniti hanno inserito la Turchia in un elenco di paesi accusati di essere implicati nell’uso di bambini soldato per le loro campagne militari. Il Dipartimento di Stato ha stabilito nel suo rapporto annuale sul traffico di esseri umani (Tip) che la Turchia sta fornendo “sostegno tangibile” alla milizia Sultan Murad in Siria, un gruppo armato composto da combattenti turkmeni siriani che, secondo Washington, recluta e inserisce minorenni tra le fila dei suoi combattenti.
Un alto funzionario del Dipartimento di Stato, citato dalla stampa internazionale, ha parlato di un possibile utilizzo di bambini soldato anche in Libia, sottolineando la speranza di Washington di lavorare con Ankara per affrontare la questione.
E’ la prima volta che un paese membro della Nato viene inserito in questo tipo di lista. La Turchia ha effettuato tre operazioni transfrontaliere in Siria contro i miliziani dello Stato Islamico e le milizie curde (YPG) e arabe sostenute dagli Stati Uniti (Forze Democratiche Siriane – SDF), spesso cooptando tra le sue fila gruppi di combattenti siriani arruolati tra i ribelli anti-governativi.
Alcuni di questi gruppi sono stati accusati da associazioni per i diritti umani e dalle Nazioni Unite di attaccare indiscriminatamente civili e compiere rapimenti e saccheggi, accuse che Ankara ha definito “infondate”. La Turchia ha anche svolto e svolge un ruolo molto attivo militarmente in Libia, a sostegno del Governo di accordo nazionale (GNA), guidato dal premier Fayyez al-Sarraj: nel 2020 la presenza di mercenari siriani filo-turchi in Libia raggiunse le 14 mila/17 mila unità, oggi tali forze sarebbero limitate a circa 6,600 combattenti.
I governi inseriti nella lista relativa ai bambini soldato stilata da Washington sono soggetti a restrizioni su alcuni servizi di sicurezza e per quello che riguarda licenze commerciali per attrezzature militari, almeno in assenza di un’apposita deroga presidenziale.
(con fonte Agenzia di stampa Nova)
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