Più militari nelle forze armate russe
Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il 25 agosto un decreto che prevede l’incremento di 137mila unità nelle forze armate portandole da 1.013.000 a 1.150.000 effettivi.
La misura entrerà in vigore dal primo gennaio e viene valutata in Occidente come necessaria per colmare le perdite (peraltro non note) subite in sei mesi di guerra in Ucraina e far fronte alla crescente sfida con l’Occidente.
L’iniziativa russa sembra rivolta al reclutamento di un maggior numero di professionisti poiché già in luglio Putin aveva stabilito un incremento del reclutamento della leva che interessa circa 270 mila militari ogni anno, per metà chiamati in servizio in primavera e per metà in autunno.
Militari che però non possono venire impiegati in operazioni, specie oltre i confini nazionali, se non hanno effettuato almeno 4 mesi di addestramento.
L’obiettivo sembra essere quello di ampliare gli organici di reparti da combattimento e di supporto per far fronte alle sfide sul fronte ucraino ma anche in altre aree di confine della Russia divenute calde negli ultimi mesi come ad esempio la frontiera con la neutrale (fino a ieri) Finlandia.
Possibile inoltre che il provvedimento punti a offrire lavoro a tempo pieno nelle forze armate alle decine di migliaia di volontari arruolati con contratti semestrali rinnovabili tra gli ex militari, soprattutto nelle regioni a est degli Urali, per far fronte al conflitto in Ucraina.
Reparti che stanno per raggiungere il teatro operativo dopo aver ricevuto un intenso addestramento che secondo le analisi del Jane’s di Londra ha visto i reparti dotati di mezzi ed equipaggiamenti più avanzati di quelli visti finora in gran numero sui campi di battaglia ucraini, come i carri T-90M e T-80BVM e i cingolati da combattimento BMP-3.
Foto Ministero della Difesa russo
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