La Tunisia blocca l’espatrio degli aspiranti foreign fighters
Sono 27.371 i tunisini aspiranti jihadisti cui le autorità del Paese hanno impedito di raggiungere i territori di combattimento. Lo ha affermato il 20 aprile il ministro dell’Interno di Tunisi, Hedi Mejboub, durante un’audizione al Parlamento del Bardo precisando che dei 3.000 jihadisti di nazionalità tunisina che si trovano ancora nelle zone di conflitto, il 60% è in Siria, il 30% in Libia e il restante 10% disperso in altri paesi. Il 96% di questi combattenti è rappresentato da uomini di età compresa tra i 24 e i 35 anni.
Per quanto riguarda invece i foreign fighters di ritorno Mejdoub ha sottolineato che degli 800 ufficialmente tornati in Tunisia, 190 si trovano attualmente in carcere, 37 in libertà controllata mentre 55 sono stati neutralizzati durante operazioni terroristiche e di lotta al terrorismo. I restanti sono attualmente sotto sorveglianza di polizia.
La Tunisia in questi ultimi anni è stata tra i principali “esportatori” di foreign fighters ma sono evidenti le differenze con l’Europa che fino agli attentati di Parigi non ha mai cercato di bloccare l’esodo di volontari del jihad (oltre 5mila quelli partiti dall’Europa) e ancor oggi preferisce tentare il “reintegro nella società” dei foreign fighters che rientrano dai teatri bellici invece di perseguirli e incarcerarli.
(con fonte Ansa)
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