Assalto a Raqqa
E’ ripreso ieri mattina l’assalto finale a Raqqa. I combattenti delle Forze Democratiche Siriane, l’alleanza arabo-curda appoggiata dagli Stati Uniti, sono entrati martedì nella città, la capitale de facto del ‘Califfato’ e adesso, aiutati dai bombardamenti aerei della coalizione a guida dagli Usa, avanzano da tre direzioni.
“La città è stata isolata da nord, ovest ed est”, ha dichiarato il portavoce delle FDS, Talal Sello, parlando dal villaggio di Hazima, alle porte di Raqqa, circondato dai suoi luogotenenti. “Con gli aerei della coalizione internazionale e le armi sofisticate che ci hanno fornito prenderemo Raqqa al Daesh”, ha aggiunto, usando l’acronimo in arabo per Isis.
Sello ha riferito che la coalizione internazionale gli ha garantito rifornimento costante di armi e ha smentito le illazioni secondo cui hanno acconsentito a lasciare aperto il fronte meridionale per lasciare una via di fuga ai miliziani dell’Isis. “Non c’è nulla di vero nella notizia secondo cui abbiamo un accordo con Isis di lasciare aperto il corridoio meridionale. Non consentiremo loro di scappare”.
Si infittiscono intanto le voci circa il diretto supporto delle forze speciali statunitensi e britanniche all’offensiva affiancando le SDF e guidando i raid aerei della Coalizione sui bersagli.
A Raqqa martedì i negozi erano chiusi e la popolazione rintanata nelle case; niente elettricità ed acqua, i forni lavoravano, ma scarseggia la farina. Un residente, riferisce il New York Times, ha raccontato che aerei e droni della coalizione hanno bombardato i traghetti che trasportavano verdure e frutta dentro Raqqa, che dunque si sono fermati.
E hanno anche raccontato che nelle ultime settimane molti combattenti Isis con le loro famiglie hanno lasciato la città, diretti a sud lungo l’Eufrate verso la città di Mayadeen, nella provincia di Deir al-Zor. Il comandante della coalizione anti-Isis, il generale Steve Townsend, prevede che la battaglia per la città sarà’ “lunga e difficile”, anche se “assesterà un colpo decisivo” al Califfato.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ong con sede a Londra vicina ai ribelli anti-Assad), le forze delle SDF stanno cercando di riprendere anche la base militare ‘Divisione 17’ che si trova a circa due chilometri a nord della città. Operazione non facile, perchè “l’area è circondata di mine”.
Dal 2014 la città è caduta nelle mani dei jihadisti neri: allora, gli abitanti erano 300mila. Oggi invece, secondo stime delle Nazioni Unite, i residenti sono 160mila. Molte le violenze subite dalla popolazione, governata da circa tre anni dalle leggi del Califfato: molti i morti, ma numerose anche le persone che sono state costrette ad andare altrove.
L’Onu stima in circa 160.000 i civili che vivono ancora a Raqqa, contro i 300.000 presenti prima dell’inizio della guerra in Siria, nel 2011. Il portavoce dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli Affari umanitari, David Swanson, ha affermato che circa 100.000 persone “potrebbero rimanere intrappolate” durante l’offensiva.
(con fonte AFP)
Foto: Uomini delle SDF sul fronte di Raqqa (AP) e Unità di forze speciali USA (NBC)
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